Home C'era una volta Gli Stories: non siamo un gruppo fantasma

Gli Stories: non siamo un gruppo fantasma

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Il 25 agosto 1973 al vertice della classifica dei dischi più venduti negli Stati Uniti c’è Brother Louie, un brano che ha già conosciuto un buon successo in Gran Bretagna nella versione degli Hot Chocolate. Il disco che sta dominando le classifiche statunitensi, pur simile a quello britannico, non è eseguito dalla stessa band. Artefici del successo negli States sono gli Stories, un gruppo di cui pochi, fino a quel momento, hanno sentito parlare.

Senza fondatore si continua lo stesso

Per evitare i soliti sospetti di essere un “gruppo fantasma”, i quattro Stories si cimentano in una lunga serie di concerti e di conferenze stampa. Tutti possono verificare così che la band esiste da poco più di un anno ed è stata fondata dal tastierista Michael Brown, già con Left Banke e i Montage. Suoi compagni d’avventura sono il cantante e bassista Ian Lloyd, il chitarrista Steve Love e il batterista Bryan Madey. Pochi mesi dopo la loro costituzione pubblicano il singolo I’m coming home e l’album Stories, passati inosservati, o quasi, ai più. All’inizio del 1973, quando gli Stories non hanno ancora compiuto un anno, Michael Brown, confermando la sua fama d’artista irrequieto, dichiara chiusa la storia del gruppo e se ne va. I suoi compagni non ci stanno. Lo sostituiscono con il tastierista Kenny Bichel e riprendono a darsi da fare.

Una scelta fortunata

L’assenza del leader-fondatore li penalizza dal punto di vista creativo e per far fronte agli obblighi contrattuali con la loro etichetta decidono di interpretare un brano già conosciuto. La scelta cade su Brother Louie degli Hot Chocolate che, a sorpresa, diventa un successo. Il disco fortunato non cambia il loro destino. Nonostante i risultati saranno per sempre considerati niente di più di una buona “cover band”. Persi per strada Love e Lloyd, sostituiti dal chitarrista Rich Ranno e dal bassista Kenny Aaronson pubblicheranno ancora qualche disco, tra cui Mamy Blue, versione del successo dei Pop Tops, e nel 1975 finiranno per separarsi definitivamente.

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".