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Sacchetti bio, scatta la rivolta dei consumatori

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sacchetti bio

Non si placa la polemica sui sacchetti-bio. Ed è rivolta tra i consumatori.

Sacchetti bio, è rivolta tra i consumatori

Non accenna a placarsi la polemica scatenata sui sacchetti-bio. E’ entrata in vigore, ormai, la legge sui sacchetti bio che prevede che i sacchetti di plastica leggeri e ultraleggeri utilizzati nei supermercati per imbustare frutta e verdura (ma anche altri prodotti freschi come pesce, carne e salumi), siano biodegradabili e compostabili, e che vengano pagati dai consumatori. In sostanza, d’ora in poi i supermercati ed i negozi che usano questi sacchetti non potranno continuare a usare i normali sacchetti leggeri in plastica o cellophane e dovranno sostituirli con sacchetti biodegradabili ed indicare sullo scontrino il dettaglio del prezzo dei sacchetti in questione. Secondo molti un vero e proprio aggravio sulle tasche dei consumatori. Per questo si è scatenata la rivolta dei Social. Occorre però fare alcune considerazioni, al di là delle polemiche. La nuova legge, infatti, non fa che riprendere una direttiva europea del 2015 che introduceva nuove misure sull’uso dei sacchetti leggeri. Nel gennaio 2017 l’Unione Europea aveva anche avviato una procedura d’infrazione contro l’Italia per il mancato recepimento delle nuove regole.

Sacchetti bio, tra i 5 ed i 12 euro l’anno in più a famiglia

Del resto è vero che l’uso di questi sacchetti comportano un aggravio sulle tasche dei consumatori. Oscilla fra 1 e 3 centesimi il costo nei supermercati e ipermercati di un sacchetto biodegradabile e compostabile per il primo imballo alimentare (quello di frutta, verdura, carne e pesce), per un costo annuale per una famiglia compreso tra 4,17 e 12,51 euro. La stima è dell’Osservatorio di Assobioplastiche che ha compiuto una prima ricognizione di mercato sulla legge appena varata.

L’Osservatorio, spiega una nota, stima che il consumo di sacchi per ortofrutta e per il cosiddetto secondo imballo si aggiri complessivamente tra i 9 e i 10 miliardi di unità, per un consumo medio di ogni cittadino di 150 sacchi all’anno. Ipotizzando che il consumo rimanga su queste cifre, al momento – con i prezzi appena rilevati, spiega Assobioplastiche – la spesa massima annuale sarebbe attestata a 4,5 euro all’anno per consumatore.

Secondo i dati dell’analisi Gfk-Eurisko, sempre secondo il comunicato, le famiglie italiane effettuano in media 139 spese all’anno nella Grande distribuzione. Ipotizzando che ogni spesa comporti l’utilizzo di tre sacchetti per frutta/verdura, il consumo annuo per famiglia dovrebbe attestarsi a 417 sacchetti, per un costo compreso tra 4,17 e 12,51 euro (considerando appunto un minimo rilevato di 0,01 e un massimo di 0,03 euro).

Sacchetti bio, importanti contro l’inquinamento dei mari

Eppure, proprio i sacchetti bio, rappresentano un’utile misura contro l’inquinamento degli oceani che, ormai, sono da considerarsi delle vere e proprie “zuppe di plastica”. I sacchetti leggeri sono riutilizzati meno frequentemente rispetto alle borse più spesse e per questo motivo diventano più rapidamente rifiuto: le borse di plastica sono del resto tra i principali responsabili del degrado ambientale ed una vera e propria minaccia per i sistemi acquatici di tutto il mondo.