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All you need is cash

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Il 22 marzo 1978 sugli schermi televisivi degli Stati Uniti va in onda, a cura dell’NBC, uno show televisivo intitolato “All you need is cash” (Tutto ciò di cui hai bisogno è denaro contante), un’evidente presa in giro della beatlesiana All you need is love (Tutto ciò di cui hai bisogno è amore).

Quattro burloni che fanno il verso ai Beatles

Interpreti di “All you need is cash” sono quattro strumentisti che fanno il verso ai Beatles oltre che sul piano musicale, nei gesti, negli atteggiamenti, nelle acconciature e nell’abbigliamento. Si chiamano Rutles e hanno pubblicato un album che nelle note di copertina non aggiunge alcuna notizia al loro nome. Prodotto dalla Warner è accompagnato da un’infinita serie di fotografie identiche, salvo che per i volti, a quelle che hanno sottolineato i momenti salienti della storia dei Beatles. Anche i nomi dei componenti sembrano nati dalla penna di un umorista: Ron Nasty, Stig O’Hara, Dirk McQuickly e Barry Wom. Lo show “All you need is cash” si rivela una feroce satira nei confronti di quelli che sono i luoghi comuni sulla band di Liverpool. Ne ripercorre le tracce e ne mette alla berlina le esagerazioni. La ricostruzione televisiva è resa ancor più verosimile dalla presenza di personaggi “veri” come Paul Simon e Mick Jagger nella parte di se stessi nonché di un divertito George Harrison che compare sotto mentite spoglie.

Le vere identità dei protagonisti

L’elemento più stuzzicante è costituito, però, dalle canzoni ricalcate, anche nei titoli, su quelle di Lennon e McCartney, la cui esecuzione fa pensare che dietro agli pseudonimi dei quattro interpreti ci sia una band di veri professionisti. Per esigenze di produzione sulla vera identità dei finti Beatles viene tenuto per un po’ il segreto, mentre circolano le ipotesi più azzardate e, qualche volta, strampalate. Alla fine i quattro burloni rivelano le loro vere identità. Ron Nasty è in realtà Eric Idle, uno dei componenti dei “Monty Phyton”, maestri britannici della comicità demenziale. Dietro ai panni di Stig O’Hara c’è Ricky Fataar, già componente dei Beach Boys, mentre il nome di Dirk McQuickly nasconde John Halsey, già batterista di Roy Harper e dei Patto. Barry Wom, infine, è Neil Innes, uno dei componenti storici della Bonzo Doo Dah Band. Svelato lo scherzo i quattro tornano alle loro precedenti occupazioni anche se la registrazione dello show “All you need is cash” finirà per fare il giro del mondo, unitamente all’album The Rutles e ai rifacimenti delle “foto storiche”. Tutto diventerà merce pregiata per i collezionisti.

 

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".