Home C'era una volta A letto dopo Carosello

A letto dopo Carosello

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Il 3 febbraio 1957 va in onda per la prima volta “Carosello”, un programma televisivo esclusivamente dedicato alla pubblicità.

La prima pubblicità della storia della TV

Nel 1957 gli abbonati alla RAI sono 6.682.466 e la televisione non è ancora un elettrodomestico abituale nelle case degli italiani. Le punte massime d’ascolto si registrano al sabato e alla domenica quando intere famiglie si radunano nei locali pubblici intorno alla magica scatola che diffonde immagini in bianco e nero. Il giorno scelto per programmare la prima diffusione pubblicitaria della storia della televisione italiana è quindi una domenica e la fascia oraria è quella più comoda, dalle 20,50 alle 21, quando anche gli adulti che il giorno dopo devono andare a lavorare e i ragazzi che devono andare a scuola sono ancora disponibili a prestare la loro attenzione. Nasce così, quasi in punta di piedi, un fenomeno che condizionerà anche il linguaggio, oltre che la cultura generale dell’intera nazione. In pochi anni la frase «Si va a letto dopo Carosello» entra nelle abitudini dei bambini.

Un confine che separa piccoli e grandi

Il programma diventa una sorta di confine che chiude la giornata dei piccoli e sancisce l’inizio delle trasmissioni per i “più grandi”. Non dimentichiamoci che in quegli anni tutti, accendendo la televisione, guardano gli stessi programmi perché il canale è uno solo e la possibilità di scelta si riduce al semplice gesto di accendere o spegnere. Carosello entra così nell’immaginario infantile. In quei pochi minuti davanti agli occhi dei piccoli spettatori scorrono fiabe, cartoni animati, scenette comiche e, soprattutto, prodotti da consumare. Nel 1957 lo spazio per un cortometraggio costa un milione e mezzo e al momento di programmare la prima trasmissione gli inserzionisti vengono sorteggiati. I primi quattro sono: Shell Italiana, L’Oreal, Singer e Grandi Marche Associate.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".