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Allarme rifiuti tossici, aumentano i tumori nel Lazio meridionale

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rifiuti tossici

La denuncia arriva da Legambiente: nella Valle del Sacco, inceneritori e siti inquinanti sono fuori controllo causando una vera e propria emergenza ambientale con la conseguenza di malattie gravi in aumento: 281% in più rispetto alla media nazionale di tumori all’encefalo e 174% di tumori maligni del sistema linfatico per i maschi da zero a 14 anni

Rifiuti tossici, “salgono del 40% i ricoveri per tumori” nel Lazio meridionale

Nel Lazio meridionale si fabbricano rifiuti tossici: a Colleferro le fabbriche belliche producevano, nel 1912, i gas per le guerre coloniali e oggi sistemi missilistici finiti nel mirino dell’Onu e dei pacifisti per il sospetto che venissero utilizzati da Saddam Hussein come vettori per le armi chimiche. E poi fabbriche di medicinali, cementifici, industrie per la produzione di insetticidi. Anna Natalia, del Coordinamento ambientale di Anagni racconta al FattoQuotidiano :“Tutte scaricavano le loro acque nel fiume Sacco“.

Sono più di 80 gli sbocchi industriali nel fiume, “basta venire di notte sulle rive per sentire gli odori”.

A Ferentino, Anagni, Colleferro, Morolo e dintorni i dati ufficiali sono allarmanti. Secondo uno studio del 2012 sui tumori infantili nella Valle del Sacco diffuso da Legambiente , a Colleferro, Segni e Gavignano si registra un aumento del 40% dei ricoveri per patologie tumorali nelle fasce di età dai 0 ai 14 anni;

Paliano, Anagni, Ferentino, Sgurgola, Murolo e Supino, denunciano una percentuale di “ospedalizzazione” di bambini della stessa fascia di età è del 18% in più rispetto alla media regionale.

Dati allarmanti ad Anagni: 281% in più rispetto alla media di tumori all’encefalo, e 174% di tumori maligni del sistema linfatico per i maschi da 0 a 14 anni. “E hanno chiuso anche l’ospedale. Aumentano le malattie e il presidio sanitario più importante della zona viene cancellato per risparmiare” racconta il dottor Natalia.

Rifiuti tossici nel Lazio, veleno per la popolazione

In un recente studio del  Dipartimento epidemiologia del servizio sanitario della Regione Lazio, è stata denunciata la presenza nelle acque di livelli significativi di esaclorocicloesano, un veleno potentissimo che provoca danni alla funzionalità renale, alterazioni al sistema cognitivo e agli ormoni sessuali delle donne. Lorenzo Parlati, presidente di Lagambiente Lazio, racconta: “E pensare che anche di fronte a questi dati il Ministero dell’Ambiente ha deciso di declassare da sito di interesse nazionale a sito di interesse regionale l’intera Valle del Sacco. Questo significa meno soldi per le bonifiche e una perdita di attenzione nazionale”.

 

Fonte IlFattoQuotidiano.it