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Arriva la Carta contro lo spreco alimentare

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Oltre 50 municipalità e 40 scuole di 7 Paesi europei si riuniscono a Milano per lanciare la Carta europea contro lo spreco alimentare. Mercoledì 21 è in programma (presso l’hotel Barcelò) la sessione partecipativa per l’elaborazione finale del Manifesto. Giovedì 22 ottobre, alle 15, da Cascina Triulza, il Documento, che conterrà principi e proposte operative, sarà presentato al resto d’Europa. Previsti, tra gli altri, gli interventi di UNDP, FAO, Slow Food, MIUR.

Arriva la Carta contro lo spreco alimentare

Arriva dall’Italia la Carta “Don’t Waste Our Future”, la Carta europea contro lo spreco alimentare e per il diritto al cibo. Un documento politico programmatico di interesse sovranazionale, elaborato attraverso un processo partecipato che coinvolge in primis le giovani generazioni, le scuole e le Università assieme agli Enti locali territoriali (in Italia sono 28 tra  Comuni e reti di Comuni le municipalità coinvolte), le associazioni e le Ong impegnate sui temi del diritto al cibo.

La Carta, strumento di pressione degli Enti Locali verso le istituzioni nazionali e sovranazionali, conterrà al suo interno strategie e azioni concrete da applicare nei territori dei Comuni coinvolti, in particolare sulla filiera della ristorazione.

Il documento elaborato a Milano

E sarà proprio Milano, con la sua esposizione internazionale, il luogo da dove il documento sarà elaborato, nella sua fase finale, e presentato al resto del mondo. Il 21 e 22 ottobre infatti si terrà ad Expo 2015 il 1° Forum Europeo dei Giovani e degli Enti Locali contro lo spreco alimentare e per il Diritto globale al Cibo, un’iniziativa che si inserisce nell’ambito delle attività del Progetto “Don’t Waste Our Future!”, sull’educazione contro lo spreco alimentare, finanziato dall’Unione Europea, promosso e coordinato da FELCOS Umbria (Fondo di Enti Locali per la Cooperazione Decentrata e lo Sviluppo Umano Sostenibile), in collaborazione con altri 10 partner nazionali ed internazionali.

Il lavoro, iniziato a gennaio 2015, infatti, coinvolge 7 Paesi Europei (Italia, Belgio, Spagna, Portogallo, Cipro, Regno Unito e Francia) attraverso un ampio partenariato che include differenti soggetti pubblici, associativi ed espressione della società civile, come reti e associazioni di Enti Locali, municipalità, Università e ONG internazionali. Al Forum, patrocinato dal Programma per lo Sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP) e da Active Citizenship Network, parteciperanno: Antonio Cutolo, MIUR; Francesco Mele, Slow Food Italia; Luca Falasconi, Last Minute Market; Julia Heyl, Iniziativa Save Food della FAO; Gemma Aguado, UNDP-ART Initiative; Camelia Bucatariu, FAO; Silvia Stancati, Comune di Foligno, FELCOS Umbria; Lorenzo Berlendis, Slow Food; Joris Depouillon, Food Surplus Enterpreneurs Network; Daniela Quaggia, Active Citizenship Network e i rappresentanti delle municipalità europee coinvolte.

Obiettivo: ridurre lo spreco alimentare

Il progetto ha l’obiettivo di costruire un’alleanza europea di giovani contro lo spreco alimentare e per nuovi modelli di sviluppo e stili di vita sostenibili che si concretizzerà proprio nella realizzazione della Carta europea contro lo spreco alimentare.

In contemporanea al Forum dei giovani si terrà il Meeting degli Enti locali, occasione di dibattito e di scambio di esperienze tra le autorità locali europee al fine di individuare strategie e pratiche comuni per orientare le politiche locali e nazionali contro lo spreco alimentare e promuovere azioni concrete nei rispettivi territori nei 7 Paesi coinvolti nel progetto. In particolare, sulle pratiche utilizzate nella filiera della distribuzione e della ristorazione e ai comportamenti dei consumatori, causati prima di tutto dalla mancanza di consapevolezza sul tema e della sua complessità.

Inoltre, il progetto si propone di avere un impatto positivo anche sul diritto al cibo e sulla sicurezza alimentare nei paesi in via di sviluppo, incoraggiando le autorità locali europee partner e le loro reti a realizzare iniziative di cooperazione decentrata finalizzate al miglioramento della sicurezza alimentare, intesa come la garanzia di una produzione di cibo sufficiente a rispondere ai bisogni di tutti i cittadini di un determinato territorio o paese. Le azioni prevedono anche una campagna di comunicazione contro lo spreco alimentare da realizzare nelle scuole dei Paesi coinvolti.

I numeri del progetto

Il progetto coinvolge principalmente le scuole secondarie (circa 40 scuole europee, 160 insegnanti e 1400 alunni) e in una seconda fase le scuole primarie, sui contenuti dello spreco alimentare e l’interconnessione con le tematiche più ampie del Diritto al Cibo, la Sicurezza Alimentare e dello Sviluppo Sostenibile, al fine di rendere i giovani agenti responsabili del cambiamento. Allo stesso tempo il progetto mira a sensibilizzare gli Enti Locali dei territori coinvolti (almeno 5 enti per ogni territorio, per un totale di ameno 100 partecipanti tra politici e tecnici) sul ruolo che possono svolgere nella formazione dei cittadini e nella promozione di azioni concrete e buone pratiche contro lo spreco alimentare. Il progetto, promosso da Felcos Umbria, è realizzato in collaborazione con Comune di Foligno, ACR + (Associazione delle Città e Regioni per il Riciclaggio e gestione sostenibile delle risorse), FAMSI (Fondo Andaluso dei Municipi per Solidarietà Internazionale), FPMCI (Fondo Provinciale Milanese per la Cooperazione Internazionale), l’Associazione portoghese per lo Sviluppo e la Cittadinanza “IN LOCO”, CARDET (Centro per l’Avanzamento della Ricerca & Sviluppo in tecnologie Didattiche – Università di Nicosia), il Comune cipriota di Agios Athanasios, l’Unità di Educazione per una Cittadinanza Globale dell’Università di Glasgow , Oxfam Italia, e l’Associazione francese per l’Educazione allo sviluppo sostenibile “PASSERELLE.INFO”.

Dati sullo spreco alimentare nell’Unione Europea

Secondo le stime della Commissione Europea, in Europa ogni anno vengono scartate circa 89 milioni di tonnellate di cibo, 179 kg pro capite. Il cibo viene sprecato in tutte le fasi della catena del valore alimentare, dalla produzione, alla trasformazione, alla distribuzione, fino al consumo. Molti studi dimostrano che nell’UE la maggior parte degli sprechi alimentari è prodotta a livello familiare (circa il 43% del totale rifiuti alimentari UE), mentre nei paesi in via di sviluppo la maggior parte è concentrata nelle fasi iniziali della catena. Secondo una recente ricerca “Quantificazione degli sprechi alimentari nell’UE”, elaborata nel giugno 2013 dall’OCSE, non è facile dare dati quantitativi precisi sugli sprechi alimentari all’interno dell’Unione europea, in quanto i dati disponibili a livello europeo e degli Stati membri è altamente eterogeneo e le stesse definizioni di spreco alimentare e dei relativi metodi di calcolo sono fortemente variabili.

L’enorme spreco di cibo, circa il 30% della produzione alimentare mondiale, che sta caratterizzando le nostre società è prima di tutto un ostacolo concreto alla lotta globale contro la fame e la povertà, sia all’interno dell’Europa che nei paesi con gravi problemi di sviluppo, di povertà e di sicurezza alimentare. Questa tendenza vergognosa incide non solo sul diritto al cibo di milioni di persone, ma causa inutili sprechi di preziose risorse naturali limitate, come la terra, l’acqua e l’energia, utilizzate in diverse fasi della catena di produzione alimentare. Ultimo ma non meno importante, lo spreco alimentare non ha solo conseguenze etiche, economiche, sociali e nutrizionali, ma ha anche gravi effetti sulla salute e sull’ambiente a livello globale, considerando che le grandi quantità di cibo sprecato produce anidride carbonica la quale contribuisce fortemente al riscaldamento globale. Due terzi dei beni offerti dalla natura, quali terreni fertili, acqua e aria pulita sono in declino: i cambiamenti climatici, la perdita di biodiversità e le tendenze demografiche si stanno avvicinando a soglie oltre le quali le conseguenze per la società e l’ambiente possono diventare irreversibili. Queste sfide, universali e interconnesse, devono necessariamente essere affrontate all’interno di ogni territorio e tra i territori, coinvolgendo tutti i diversi soggetti pubblici, privati, associativi e tutti i cittadini, a partire dai giovani.