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Arrivano le barriere vegetali in città

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barriere vegetali in città

Presto si potranno realizzare delle vere e proprie barriere vegetali in città contro l’inquinamento. Già alla fine degli anni ’80, la NASA iniziò a studiare quelle piante in grado di purificare l’aria per farne uso soprattutto nelle strutture spaziali e ne individuò parecchie capaci di filtrare i composti comuni organici volatili (COV) trasformandoli in aria pulita.

Barriere vegetali nei tessuti urbani per abbattere l’inquinamento atmosferico

Da allora molti passi avanti sono stati fatti, visto che abbattere metalli pesanti e nell’aria è diventato urgentissimo, una vera e propria guerra aperta all’inquinamento atmosferico.
Man mano che la ricerca si è fatta più dettagliata, si sono moltiplicate le idee e sono state proposte soluzioni sempre più innovative e al tempo stesso naturali: l’ultima, forse anche un po’ scontata ma assolutamente irrinunciabile, è stata la proposta d’inserire, nei tessuti urbani, barriere vegetali di arbusti di habitat mediterranei, come elementi di attenuazione delle esalazioni in città dove si concentrano traffico, impianti termici e combustioni di tipo industriale.

Le otto piante antismog

Le piante anti-smog sono otto (ilex; viburno; viburno lucido; corbezzolo; fotinia; alloro; eleagno; ligustro) e sono state studiate all’interno del progetto “M.I.A. – Valutazione quantitativa delle capacità di specie arbustive e arboree ai fini della Mitigazione dell’Inquinamento Atmosferico in ambiente urbano e perturbano”.
Il progetto è stato finanziato dal ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (Mipaaf), a cui hanno partecipato anche il Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (Cra) con la sua Unità di ricerca per il vivaismo a Pescia (Pistoia).

La piantagione antismog è risultata ”particolarmente efficace poiché, oltre alla riduzione diretta dell’anidride carbonica, è in grado di migliorare il microclima e ridurre l’uso dei combustibili fossili di circa 18 kg/anno per ciascun albero. Ciascuna pianta messa a dimora in ambiente urbano svolge un’azione di riduzione di Co2 equivalente a 3-5 alberi forestali di pari dimensioni. – Il verde urbano è quindi elemento importante per compensare le emissioni di anidride carbonica derivanti da attività antropiche”.

Nelle città contro il piombo le barriere vegetali

Nello studio, il piombo è risultato intercettato in maniera differente dalle diverse specie: i maggiori valori di deposito fogliare sono stati riscontrati nell’eleagno, nel ligustro e nel viburno lucido. Il deposito d’inquinanti sulle foglie è progressivamente aumentato tra Giugno ed Agosto, in un periodo di assenza di piogge, mentre è diminuito con il verificarsi dei primi eventi piovosi autunnali che, evidentemente, hanno dilavato parte del deposito. Dall’analisi microscopica del PM sulle foglie è emerso che l’eleagno è il miglior accumulatore, con lo 0.60 % dell’area fogliare coperta da PM, mentre il ligustro, con lo 0.27 %, ha mostrato il più basso valore”.