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Artico e Antartide, sotto il ghiaccio un mare di vita

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Non c’è quasi parte del pianeta che, ormai, non sia stata inesplorata, a parte l’Artico e l’Antartide. E proprio queste zone della terra continuano a riservare sorprese. Kevin Arrigo , oceanografo e professore presso la Stanford University, che sta indagando sulle regioni polari ha fatto una scoperta incredibile.

Sotto il ghiaccio un mare di vita

Durante un viaggio finanziato dalla NASA per l’Artico per studiare il ciclo dei nutrienti, Arrigo ha scoperto un fenomeno finora sconosciuto della vita sottomarina e tre metri sotto il ghiaccio del Mare Artico giovane.

“Sotto il ghiaccio ad appena tre metri di profondità c’era più vita marina di quanto si potesse prevedere”. La scoperta ha attirato molta attenzione nella comunità scientifica anche perché nessuno pensava fosse possibile una cosa del genere. E non è certamente qualcosa che sarebbe potuta essere osservata dallo spazio.

I ricercatori hanno eseguito dei prelievi tra i ghiacci nel Mare dei Ciukc proprio per capire quel che le immagini da satellite lasciavano solo intuire. I risultati delle misurazioni non solo hanno confermato che sotto il ghiaccio artico brulica il fitoplancton, ma che qui i piccoli organismi fotosintetici si trovano in una concentrazione altissima e maggiore rispetto a qualsiasi altro luogo osservato dal team.

Il ghiaccio sottilissimo fa filtrare la luce e qui si crea il fitoplancton

E’ stato anche possibile capire il fenomeno. Prima di tutto – si legge anche su Wired – le acque poco profonde dell’Artico sono ricche di nutrienti, come l’ azoto; secondo, il ghiaccio è molto più sottile di qualche anno fa: a metà degli anni ’80, il 75% del ghiaccio artico era spesso circa 3 metri, ma dal 2001 a oggi, lo spessore è diminuito del 45%. Attualmente, il ghiaccio che si forma in un anno è spesso appena un metro, e spesso accoglie pozzanghere ( melt pond).

Questo ha una conseguenza importante: le lastre agiscono come una lente che amplifica e filtra la luce: lasciano passare le radiazioni utili, schermando i dannosi raggi Uv. Insomma, negli ultimi 25 anni, sotto i ghiacci dell’Alaska si sarebbe creato l’habitat perfetto per il fitoplancton. E le prove le hanno raccolte Arrigo ed il suo team. Sotto il ghiaccio c’è davvero un mare di vita.