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Boyan Slat, il ragazzo olandese che pulisce gli oceani

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Si chiama Boyan Slat il ragazzino olandese inventore di un progetto innovativo nato per ripulire gli oceani dalla plastica. The Ocean Cleanup ha raccolto i fondi necessari per poter essere realizzato ed ora da sogno può trasformarsi in realtà.

Boyan Slat dichiara guerra alla plastica negli oceani

Boyan ha trovato la soluzione ad un problema ambientale che ci affligge ormai da anni e che ha raggiunto proporzioni preoccupanti: l’inquinamento da plastica degli oceani. In sostanza, ha inventato delle barriere fluttuanti che, immerse per qualche metro sotto la superficie dell’acqua (la maggior parte della plastica galleggia entro i tre metri di profondità), catturano passivamente i rifiuti mentre l’acqua ci passa attraverso. Inoltre le barriere sono totalmente innocue per gli organismi che nuotano negli oceani.

Per questa sua fantastica invenzione Boyan ha ricevuto il riconoscimento dell’UNEP  “Champions of the Earth” che lo incorona tra i venti più promettenti giovani imprenditori di tutto il mondo (Intel EYE50). Il Re di Norvegia inoltre, gli ha conferito il Premio Giovane Imprenditore dell’industria marittima e la rivista Forbes lo ha elencato tra i 30 Under 30 giovani imprenditori più promettenti.

Il sogno di Boyan Slat

Fu una semplice immersione in acque greche a cambiargli letteralmente la vita: era il 2011 quando Boyan vide con i suoi occhi e toccò con mano l’enorme quantità di plastica presente in mare. Ne fu talmente impressionato che decise di lasciare gli studi di ingegneria aerospaziale per realizzare un’idea semplice ed altrettanto geniale chiamata The Ocean Cleanup, un macchinario che, sfruttando le correnti marine, raccoglie la plastica e la riunisce su piattaforme galleggianti per essere poi raccolta.

L’idea di Boyan è stata così tanto apprezzata che la campagna di crowfunding studiata appositamente per il suo progetto è riuscita facilmente a raccogliere più di 2 milioni di dollari per realizzare il suo sogno.

L’Oceano delle Azzorre sarà il banco di prova del progetto, primo luogo strategico dove, entro pochi mesi,  saranno depositate barriere lunghe più di un chilometro a largo dell’Isola di Tsushima in Giappone.

Prossimo obiettivo ripulire la Great Pacific Garbage Patch, una grande isola fatta di rifiuti plastici non biodegradabili grande come l’Europa, accumulatosi al centro di un vortice subtropicale nel Nord Pacifico.

Vi terremo informati sugli sviluppi.