Home C'era una volta Citto Maselli, tra denuncia e poesia

Citto Maselli, tra denuncia e poesia

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Il 9 dicembre 1930 nasce a Roma il regista Francesco Maselli, detto Citto. Dopo essersi diplomato nel 1949 presso il Centro Sperimentale di Cinematografia fa l’assistente di Luigi Chiarini, lavora alle sceneggiature di vari film di Michelangelo Antonioni e dirige documentari di pregio.

Grande scopritore di talenti

Nel 1953 gira, insieme a Cesare Zavattini, “Storia di Caterina” un episodio di “Amori in città” e due anni dopo firma il suo primo film, “Gli sbandati”, con Lucia Bosè e Antonio De Teffé, il futuro Anthony Steffen degli western all’italiana, che ottiene un grande successo alla Mostra di Venezia. Nel 1960 gira “I delfini” con Claudia Cardinale e Tomas Milian che quattro anni dopo dirige anche ne “Gli indifferenti” dall’omonimo romanzo di Alberto Moravia cui partecipano anche Paulette Goddard, Shelley Winters e Rod Steiger. Due commedie sofisticate come “Fai in fretta ad uccidermi… ho freddo” del 1968 e “Ruba al prossimo tuo” del 1969 precedono il ritorno al cinema di denuncia e d’impegno politico con “Lettera aperta a un giornale della sera” del 1970, seguito cinque anni dopo da “Il sospetto di Francesco Maselli”.

Storia d’Amore

Negli anni successivi si dedica alla produzione di film per la televisione fino al 1986 quando a sorpresa realizza il film “Storia d’amore” che si aggiudica il Premio Speciale della Giuria al Festival di Venezia e il premio per la migliore interpretazione femminile, assegnato a Valeria Golino. Seguono “Codice privato” del 1988 e “Il segreto” del 1990 interpretato da Nastassja Kinski che è protagonista anche del successivo “L’alba” del 1991. Nel 1996 dirige “Cronache del terzo millennio” presentato alla Mostra di Venezia e nel 1999 realizza la versione televisiva de “Il compagno” di Cesare Pavese. Nel 2005 ha diretto “Cronache del Terzo Millennio” e nel 2007 “Civico Zero”.

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".