Home Punti di vista Claudio De Tommasi, Dj: «Vorrei più pulizia e maggiore coscienza»

Claudio De Tommasi, Dj: «Vorrei più pulizia e maggiore coscienza»

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Claudio De Tommasi

Claudio De Tommasi è Dj, conduttore televisivo, conduttore radiofonico, esperto di musica rock, pop, elettronica….

Ha esordito nel 1982 sulla terza Rete Rai presentando la prima trasmissione musicale del neonato canale, che faceva da traino al TG3 delle ore 19, “l’Orecchiocchio”. Poi è stato VJ nella prima TV Italiana interamente dedicata alla musica e ai video, fino alla metà degli anni ’90. Ha curato le dirette dalla Mostra Internazionele d’Arte di Venezia ed ha lavorato per l’organizzazione dei concerti collegati all’evento, intervistando oltre trecento ospiti, fra i quali Jack Nicholson, Harrison Ford, Steven Spielberg e Quentin Tarantino. Dalla primavera del 2012, su Rai 5, Claudio lavora per alcuni nuovi programmi televisivi da lui anche scritti e condotti come Road Music, che coniuga i luoghi dell’arte con quelli della musica, e Road Italy, un viaggio in Italia per ripercorrerne la tradizione storica e artistica, esaltandone soprattutto la creatività popolare. Quest’ultimo è un programma davvero giovane e pieno di ritmo, da lui condotto con Emerson Gattafoni e Valeria Cogoni e viene riproposto anche dalla rete ammiraglia della TV di Stato Rai 1. Quando gli abbiamo proposto l’intervista e gli abbiamo spiegato che ci interessava conoscere soprattutto il suo lato “green”, si è subito illuminato. Sull’argomento ha davvero molto da dire.

Claudio, non parliamo di musica e nemmeno di viaggi. Parliamo di natura, parliamo di mare, di montagna, di aria da respirare.

Non sopporto le spiagge troppo piene o piene di mozziconi. Il mare è sempre sporco o pieno di schiume. I boschi e i prati, lo stesso, buste e bottiglie ovunque. Lo smog nel cielo di Roma, gli scarichi giù in terra. Capisco che l’umanità debba vivere al meglio o magari sopravvivere, ma non capisco l’irrazionalità e lo scempio fatto per noncuranza, pigrizia, ingordigia. Troppo pesce pescato nel mare e poi trasformato in mangime per altra carne o altro pesce. Tutto questo mi mette addosso un malessere quasi fisico. Vorrei più pulizia e maggiore coscienza. Vorrei che si iniziasse a comprendere che non è tutto gratis, anzi che quello che oggi ci sembra gratis lo pagheremo con un prezzo altissimo domani.
Ma i miei rifugi ce li ho, più in montagna che al mare, anche se, ahimè, è quasi impossibile ormai non trovare la scia sporca dell’umanità più cieca. Vorrei vivere in campagna ma in questo caso, credo che resterà solo un “vorrei”.
Sul piano del mio impegno cerco di fare quello che posso, riciclo, non spreco acqua e soprattutto cerco di insegnare alle mie due bimbe, Ginevra e Elena le cose essenziali, per esempio a tenere il riscaldamento di casa basso. Abbiamo due macchine in famiglia, ma una è quasi sempre ferma. Muoversi tra nonne, scuole, palestre, lavori, incombenze quotidiane non aiuta ad essere attenti all’ambiente. Il motorino no! Terrore folle.

Cosa ritieni che la politica debba fare per l’ambiente? Quello che fa adesso ti sembra abbastanza?

Una domanda la faccio io! Perché sull’ILVA si è dovuto arrivare a questo? La proprietà ha dovuto aspettare la magistratura per promettere un intervento risanatore? 400 milioni non sono sufficienti! Certo che i politici, come “verdi” fanno ridere. L’unico politico che ho sentito parlare di ambiente è Renzi. Ma sarà vero? Tornando all’invasione: in Europa si applica da anni la siderurgia verde. Ci sono interi quartieri in molte città della Germania interamente riconvertite e ripensate a ridotto impatto ambientale. In Italia invece? Solo emergenze: allagamenti, crolli, incendi o versamenti di liquami e zero politica di prevenzione.
Comunque non credo sia possibile un vero impatto zero applicabile interamente e totalmente a tutti. Però ci sarebbe tanto da fare: riduzione dei consumi, cura dell’ efficienza energetica, uso delle energie alternative. Il compito della politica dovrebbe essere quello di indicare delle soluzioni ed aiutare il governo. Di tutto questo non c’è traccia!

Hai in mente una città ideale? 

Non troppo grande, efficiente da un punto di vista burocratico e dei trasporti. Parchi e scuole attrezzate, telelavoro per quanto possibile. Ogni casa dotata del suo piccolo impianto solare (perché per i nuovi palazzi non è obbligatorio il pannello solare?). Senza troppe palle di vincoli, attenta al moderno ed alle nuove tecniche, rispettosa il giusto del passato. Oggi qui si può mettere una nuova antenna ma è difficile impiantare un pannello solare: lo dico per esperienza diretta. Perché?
In ogni caso credo che molto, moltissimo dipenda dal comportamento e dalle abitudini quotidiane del singolo. Ancora troppo basso e vuoto. I pochi giardini e parchi esistenti sono uno schifo, tra sporcizia, cacche di cani (tanto difficile raccoglierla? Troppo complicato non spegnere la cicca nell’area giochi?) e via dicendo. Certo serve anche un’amministrazione sveglia, corretta ed oculata.
Ad esempio dubito che la raccolta differenziata romana, quella che dovrebbe essere pane quotidiano, sia poi smaltita nel modo adeguato.

Quindi? Come affronti tutta questa mancanza d’attenzione per l’ambiente che vivi intorno a te? 

Certo io non sono l’ILVA, né verso in mare liquami avvelenando tutto. Posso al massimo sbagliare spazzatura.
Di recente abbiamo comprato una brocca che purifica l’acqua del rubinetto, cloro, arsenico e vai col tango. Mangiamo biologico, non troppa carne né troppi zuccheri e nemmeno quantità esagerate cercando di non buttare troppo cibo, per motivi economici oltre che etici; non usiamo troppo la macchina ma scappiamo appena possibile dalle polveri sottili andandocene in gita in Abruzzo. La cosa buona di questa botta di crisi è che, volenti o nolenti, abbiamo abbassato il consumo di petrolio. Mia moglie invece fa un lavoro speciale, ha una sua parruccheria, si chiama “CAPELLI VERDI” dove si usano solo prodotti naturali, niente chimica e, per colorare, solo henné. Anche lei è ultra attenta allo stile di vita. La sua attività è in grande crescita e questo testimonia quella che speriamo essere il seme di un nuovo modo di vivere.

Non possiamo chiudere senza chiedergli cosa farà nel suo futuro uno come lui, così attento all’ambiente.

Spero di rifare ‘Road Italy next year’, questa volta magari dalla Valle dei Templi alle Dolomiti per far capire quanto l’Italia sia bella e quanto anche attraverso il turismo sostenibile sia possibile vivere meglio. Purtroppo però dobbiamo fare i conti con la realtà: se non avessero permesso la cementificazione selvaggia degli ultimi anni!

Insomma, di sicuro Claudio è “dei nostri”.
D’altronde già ai tempi di Videomusic, e parliamo dei primi anni ’80, quando l’ecologia era poco più che una parola, curava una rubrica settimanale in collaborazione con Greenpeace.

Il buongiorno si vede sempre dal mattino!