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Cosa prevede la legge anti spreco

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legge anti spreco
foto di Max Lakutin

Sono state approvate anche in Italia le “Norme per la limitazione degli sprechi, l’uso consapevole delle risorse e la sostenibilità ambientale“. Vediamo cosa prevede la nuova legge antispreco nel settore alimentare.

Anche in Italia una legge anti spreco

La normativa, già auspicata dal Ministero dell’Ambiente più di un anno fa, è stata licenziata all’inizio di questo mese dalla Commissione Affari Sociali ed ha ha raccolto pareri favorevoli da parte delle Commissioni Affari Costituzionali, Giustizia, Finanze, Cultura, Lavoro, Attività produttive, Ambiente, Agricoltura e Politiche Ue. Approvata senza neppure un voto contrario, questa legge semplifica le procedure di donazione e distribuzione delle eccedenze alimentari  agli indigenti, regolamenta la raccolta di farmaci, incoraggia le doggy bags e prevede, per finire, sgravi fiscali di incentivo ai virtuosi.

L’obiettivo principale della legge anti spreco è essenzialmente quello di ridurre le eccedenze nelle fasi di produzione, trasformazione e distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici, e di promuovere il riuso, il riciclo e la solidarietà sociale attraverso il recupero delle eccedenze

  • Le Onlus, le società di grande distribuzione, le organizzazioni agricole e le imprese, saranno agevolate dalla legge anti spreco perchè sarà semplificato il sistema che consentirà di non gettare il cibo avanzato o invenduto, ma di metterlo a disposizione di quanti ne hanno bisogno.
  • Le norme riguarderanno anche il settore farmaceutico (farmaci ben conservati e non scaduti)  e la ricerca sul confezionamento dei prodotti alimentari.

Cosa stabilisce il testo della legge anti spreco

  • Le organizzazioni che ritirano le eccedenze saranno obbligate a destinarle a persone indigenti 
  • Si potranno cedere le eccedenze alimentari anche «oltre il termine minimo di conservazione, purché siano garantite l’integrità dell’imballaggio primario e le idonee condizioni di conservazione»
  • I prodotti da panificazione (invenduti o eccedenti) che non vanno conservati in frigo, possono essere ceduti entro le 24 ore successive alla produzione anche da parte di supermercati, hotel o ristoranti.
  • Le organizzazioni che ritirano il cibo dovranno rispettare le corrette regole di conservazione che garantiscono igiene e sicurezza, e sarà loro cura selezionarli per assicurarsi che arrivino agli indigenti in condizioni idonee al consumo.
  •  Non solo le Onlus potranno ritirare e distribuire le eccedenze, ma anche enti privati non profit che «promuovono e realizzano attività d’interesse generale anche mediante la produzione e lo scambio di beni e servizi di utilità sociale nonché attraverso forme di mutualità».
  • Si favorisce l’uso delle doggy bags, contenitori utili per portar via il cibo avanzato e non consumato al ristorante.

Fondi e sgravi fiscali della legge antispreco

La legge anti spreco appena approvata, stanzia risorse specifiche (3 milioni di euro per il 2016, e almeno altri 2 milioni per il 2017 e il 2018, articoli 10 e 11) e si concentra sugli incentivi e sulla semplificazione burocratica.

  • Tutti i soggetti che possono donare, godranno di agevolazioni fiscali e potranno ottenere uno sconto sulla tassa dei rifiuti proporzionale alla quantità di cibo donato (se il quantitativo donato sarà inferiore ai 15mila euro è possibile non effettuare dichiarazioni).
  • Nella legge anti spreco sono menzionati anche i prodotti farmaceutici che verranno recuperati dalle associazioni di volontariato, le quali li destineranno a chi ne ha bisogno.
  • Con 2 milioni di euro verrà rifinanziato il Fondo già esistente per la distribuzione di derrate alimentari alle persone indigenti
  • Verrà istituito, presso il Ministero dell’agricoltura, un nuovo Fondo con dotazione di 3 milioni di euro dal 2016 al 2018 per finanziare progetti innovativi sulla riduzione degli sprechi, con particolare attenzione alla produzione di imballaggi riutilizzabili o riciclabili (packaging intelligente antispreco).U
  • Un milione di euro all’anno, a partire dal 2017, sarà destinato al Fondo del Ministero dell’ambiente sulla riduzione dei rifiuti alimentari.