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Dario Fo, si è spento l’ultimo Giullare

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Dario Fo e Franca Rame

“La vita è una meravigliosa occasione fugace da acciuffare al volo tuffandosi dentro in allegra libertà”. E’ morto Dario Fo, il giullare della vita, quel “Mistero buffo” che lui stesso ha recitato incantando un’intera generazione, un artista “universale”.

Dario Fo, scomparso il grande artista universale

E’ morto a 90 anni dopo un ricovero per infezione polmonare. “E’ stato un gran finale e se ne è andato” ha detto il figlio Jacopo Fo in un’intervista. “L’unica cosa che posso dire – ha aggiunto – è che ha resistito e ha continuato a lavorare 8-9-10 ore al giorno fino a quando è stato ricoverato. Bisognerebbe metterlo nei prontuari medici. L’arte, la passione e l’impegno civile servono”.

Dario Fo, una vita spesa nell’arte e nell’impegno politico

E la sua è stata un vita spesa nell’arte, nella passione, nell’impegno e nell’amore. Franca Rame, la donna che gli è stata accanto tutta la vita, è stata la sua musa, la “sua Eva”, come scrive Aldo Cazzullo sul Corriere. Una donna che lo ha accompagnato sempre in un lunghissimo e fortunato percorso che lo ha portato fino al Nobel per la letteratura.

Era tempo che Dario Fo non stava bene. Eppure, anche nell’ultima apparizione nella sua casa in Corso di Porta Romana, era pronto alla battuta, e aveva parlato dei suoi progetti futuri con quell’ironia che lo contraddistingueva e lo rendeva grande.

Dario Fo e Franca Rame, compagna di poesia

Poi, il ricovero, il 20 settembre. Oggi la triste notizia che ha fatto il giro del mondo. “E’ una grande perdita la morte di Dario Fo. Un autore straordinario, innovativo, inimitabile. Un orgoglio del nostro Paese. Tutti gli dobbiamo qualcosa”, dice commosso Roberto Benigni.

E dire che, per una strana coincidenza, Dario Fo si è spento proprio nel giorno in cui il Nobel per la Letteratura è stato assegnato ad un altro grande: Bob Dylan. Fo aveva ottenuto il Nobel per aver “inseguito la tradizione dei giullari medioevali, dileggiando il potere e restituendo dignità agli oppressi”. Queste le motivazioni della candidatura.

In tutte le sue opere sempre dalla parte dei più poveri

Ed è stato proprio così: in tutte le opere, insieme alla sua amata Franca, non ha fatto altro che dileggiare il potere ponendosi sempre dalla parte dei più poveri, degli umili, degli oppressi. Per questo la sua è stata arte politica. In fondo si sta parlando di un vero artista universale: poeta, attore, pittore, giullare, ma anche impresario teatrale, nonché attore di cinema e censurato in uno sketch proprio sulla sicurezza del lavoro negata da un imprenditore edile (per questo venne allontanato dalla Rai per almeno 15 anni).

Infine il suo “Mistero Buffo” presentato nel 1969, un insieme di monologhi che descrivono alcuni episodi della Bibbia sulla vita di Gesù. Un’opera unica, originale che viene considerata un modello, oggi, per il genere del teatro di narrazione, sviluppato in seguito da attori-narratori come Baliani e Paolini. E migliaia di repliche persino negli stadi.

Si è spento un uomo che è, davvero, riuscito a fare della sua vita arte.