Home C'era una volta Edgar Hayes, il pianista che diede fiducia a Dizzy

Edgar Hayes, il pianista che diede fiducia a Dizzy

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Il 23 maggio 1904 a Lexington, nel Kentucky, nasce il pianista Edgar Hayes, uno dei protagonisti dell’epopea del jazz orchestrale statunitense degli anni Quaranta e Cinquanta. Il suo nome completo è Edgar Junius Hayes. Il suo rapporto con la musica è precoce. Inizia a studiarla da ragazzo e coltiva il suo talento prima con lezioni private poi frequentando regolari corsi in istituti di Fisk e di Wilberforce.

La Blue Rhythm Band e la consacrazione

Le passioni, si sa, non ammettono pigrizia e ed Edgar Hayes non perde tempo. Dopo essersi diplomato in pianoforte, ha da poco compiuto diciotto anni quando ottiene il suo primo importante ingaggio nell’orchestra di Fess Williams per una lunga serie di tour attraverso gli stati del Sud degli Stati Uniti. Nel 1924, ad appena vent’anni, forma i Blue Grass Buddies, una propria orchestra con la quale si esibisce in varie località dell’Ohio. Quando finiscono gli ingaggi finisce anche l’avventura della sua prima orchestra, ma non il sogno di mettersi in proprio. Nel 1925, dopo essere entrato a far parte dell’orchestra di Lois B. Deppe, ci riprova. Alla fine quello stesso anno per qualche tempo dirige una propria formazione che si esibisce al Ritz Café di Cleveland. Nel 1926 suona a Buffalo nella Madison’s Commodore Orchestra e nel 1927 è il leader degli Eigh Black Pirates con i quali si esibisce in spettacoli di rivista. Dalla fine del 1927 al 1930 dirige una propria orchestra ritmico-sinfonica all’Alhambra di New York. Siamo ancora nei territori di confine tra i generi. La sua musica non è considerata propriamente jazz, ma una sorta di miscela tra ragtime, spunti jazzistici  e musica orchestrale da ballo. Il suo nome inizia a diventare popolare nel mondo del jazz solo a partire dal 1931, anno in cui entra a far parte, in veste di pianista e arrangiatore, della Blue Rhythm Band. Qui si afferma come un geniale interprete del cosiddetto “stride”, uno stile pianistico, derivato dal ragtime, di cui conserva in parte il tipo di accompagnamento della mano sinistra.

Dizzy Gillespie, un ventenne di belle speranze

Con la Blue Rhythm Band resta per molti anni. Tra i brani composti e arrangiati da Hayes per questa orchestra vanno ricordati Weary Traveller e, soprattutto, The Growl nella cui esecuzione il pianoforte di Hayes dialoga con il sassofonista Charlie Holmes. Nel 1937 rompe gli indugi e forma una sua big band reclutando a alcuni dei suoi vecchi partners come Shelton Hemphill, Joe Garland ed Elmer James. Accanto a loro schiera una serie di nuovi validissimi elementi come Henry Goodwin, Rudy Powell, Robert Horton, Kenny Clarke e, soprattutto, dà fiducia a un ventenne di belle speranze che risponde al nome di Dizzy Gillespie. Con questa orchestra, nella primavera del 1938, Edgar Hayes effettua una tournée in Europa. Approfittando dell’occasione il batterista Kenny Clarke registra a Stoccolma i primi dischi sotto suo nome avvalendosi dei migliori solisti dell’orchestra di Hayes, ivi compreso ovviamente quest’ultimo al pianoforte. Nel 1942, dopo aver sciolto l’orchestra, Edgar Hayes cambia strada. Se ne va in California e si diverte a entusiasmare gli appassionati della West Coast con un suo quartetto chiamato The Stardusters. Dal 1954 al 1959 suona regolarmente come solista di pianoforte al Diamond Lounge di San Bernardino e negli anni Sessanta a Tustin e a Newport Beach. Negli anni Settanta cessa l’attività e si ritira. Muore a San Bernardino, in California, il 28 giugno 1979.

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".