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Florence e i mille talenti di Meryl Streep

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Meryl Streep

Florence Foster Jerkins, la cantante lirica stonata più famosa al mondo, è l’ultima incarnazione cinematografica di una delle attrici più talentuose che il grande schermo abbia regalato ai suoi spettatori: Meryl Streep. Quando si tratta di lei la bravura non è mai in discussione, al massimo si può sottilizzare, cercare il pelo nell’uovo, dare la colpa al film, individuare la ragione per cui “stavolta non era da Oscar” dando per scontato che ciò che per altri è la conquista più alta per lei è quasi un automatismo. Tutto vero. E se in queste parole leggete un’opinione soggettiva, è vero anche questo: qualche tempo fa, partecipando alla conferenza stampa organizzata dalla Festa del Cinema di Roma per presentare Florence di Stephen Frears, sono stato sorpreso dall’assoluta naturalezza e dall’understatement, l’atteggiamento sobrio che solo alcuni tra i più grandi sanno avere, con cui uno dei miei miti si presentava sul palco, facendo precedere tutte le risposte ai giornalisti da una risatina genuinamente divertita non appena l’interprete finiva di tradurre la domanda. Nessuno tra i giornalisti ha potuto fare a meno di ridere con lei, e di dichiarare la propria stima nei suoi confronti prima di porre qualsiasi domanda. Ecco, succede che quando tante opinioni soggettive si sommano a decretare il successo di un o una artista, il grado di soggettività si relativizza, e si comincia a chiedersi che cosa abbia reso grande quell’artista. Se nel caso di Meryl Streep la risposta a questa domanda è senza dubbio il talento, il passaggio successivo è chiedersi che cosa sia il talento.

Il talento è innanzitutto un dono della natura. Meryl Streep ha raccontato di avere iniziato a mettere a frutto il suo talento imitando la nonna. E ha continuato a mantenere viva questa attenzione mimetica lungo tutta la linea della sua carriera da attrice. Se per l’Arte in generale non è sempre un requisito fondamentale che l’opera riproduca la realtà, l’arte della recitazione trae quasi sempre grande beneficio dall’imitazione del reale. È per questo che ogni volta che vediamo Meryl Streep in azione, ogni volta che presta il corpo ad un carattere della sua ricchissima galleria di personaggi, non vediamo più Meryl Streep, bensì quel personaggio. Sempre vero, sempre onesto. È per questo che, sempre per ammissione della stessa attrice, il presupposto fondamentale per fare bene il proprio lavoro è ogni volta lo stesso: smontare il monumento Meryl Streep e smontare il monumento del personaggio da interpretare, per rendere innanzitutto umano quello che si sta rappresentando. Si tratta di una scelta soggettiva: l’attrice sceglie di restituire i tratti della personalità che crede di avere colto, quelle caratteristiche inedite che possono anche non essere del tutto reali, ma che contribuiscono a rendere reale il personaggio, a farlo esistere in una dimensione intima, privata, aldilà di quello che tutti sanno di lei. “Devo mostrarti cosa so di lei” per usare le parole di Meryl.

Meryl Streep è Florence Foster Jerkins

Cosa ci mostra la Streep di Florence? Convinzione e insicurezza insieme. La prima proveniente dal suo status, quello di una donna ricca e socialmente influente che può permettersi di esprimere qualsiasi desiderio, anche quello di cantare nel tempio della musica newyorchese, la Carnegie Hall, perché sa che nessuno potrà negarglielo. La seconda proveniente dalla consapevolezza, nonostante le apparenze, di non essere all’altezza dei propri desideri. Florence è sempre in bilico sulle note così come è in bilico tra queste due condizioni: il bisogno di approvazione e la paura di sbagliare. Guardarla e ascoltarla è un po’ come assistere all’esibizione di una bambina alle prese con la sua prima recita scolastica: esitante ed emozionata, ma gonfia di orgoglio perché tutti finalmente la guardano. La stessa Streep, durante la conferenza stampa, ha ricordato di tutte le volte che è stata ‘costretta’ ad annuire e applaudire di fronte alle disastrose esibizioni dei suoi figli da bambini. Questo perché a volte la ricerca del proprio personale talento passa per molti tentativi, e più importante della riuscita è imparare a percepirsi come persone che hanno infinite possibilità. Nel caso di Florence il tentativo di protezione ingaggiato dal marito, Hugh Grant, rischia di procurarle più danno che beneficio, perché non è di una bambina che stiamo parlando, e infatti lo scontro frontale con la derisione da parte del pubblico è inevitabile. Ma è proprio in questo momento che si verifica una magica inversione di tendenza: il pubblico percepisce che Florence non si presenta sul palco con presunzione, ma con l’onestà di chi cerca di fare del suo meglio, e finisce per applaudirla comunque.

Florence

L’effetto comico del vedere Florence arrampicarsi affannosamente su improbabili scale musicali, grazie a Meryl Streep, è assicurato. Singolare è anche l’idea che, per sbagliare in qualcosa, la Streep debba metterci impegno: l’attrice, che notoriamente è brava anche a cantare, ha prima imparato le arie corrette, e poi le ha sbagliate intenzionalmente, ennesima dimostrazione di virtuosismo.

Infine, una chicca per veri fan: nel film di Wes Craven Music of the heart (1999) Meryl Streep interpretava Roberta, un’insegnante di violino che riusciva a trasmettere ai ragazzi neri di una scuola di Harlem i valori della passione e del talento nella costruzione di un futuro migliore. Quando il consiglio scolastico decide di sopprimere il corso di violino per mancanza di fondi, Roberta riesce a smuovere mari e monti per salvare il corso, fino ad organizzare un concerto per la raccolta di fondi. Indovinate dove? Alla Carnegie Hall, dove i sogni diventano realtà.