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Francesco Maria Cordella: «In teatro la natura è la prima protagonista»

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Francesco Maria Cordella

Questa settimana Daily Green intervista per voi l’attore napoletano Francesco Maria Cordella, 47 anni, metà della sua vita in teatro. Una vita di studi, di lavoro e di grande passione. Oggi è impegnato nello spettacolo “Elephant Man” di Giancarlo Marinelli, tratto dal racconto di Frederick Treves divenuto anche un capolavoro della cinematografia firmato David Lynch. Insieme a Ivana Monti, Daniele Liotti, Rosario Coppolino e Debora Caprioglio, Francesco proseguirà il tour italiano iniziato con il grande debutto a Roma al teatro Ghione.
Francesco, pensiamo che gli attori, specie gli attori di teatro, abbiano una particolare attitudine: una maggiore sensibilità nei confronti del sentire umano e quindi anche nei confronti di tutto ciò che lo circonda, compreso l’ambiente. Sei d’accordo?
Sì, indubbiamente è così. Una persona che intraprende un percorso di formazione attoriale è sicuramente mossa da una speciale sensibilità verso la conoscenza degli altri e di tutto il mondo che lo circonda, e solitamente, questa attitudine si manifesta sin dai primi anni di vita.

In che modo ti relazioni con la natura e la natura che ruolo ha nella tua vita? Pensi che la cultura in generale e lo spettacolo o il teatro in particolare, siano legati in qualche modo all’ambiente o meglio alla coscienza che “la Natura siamo noi”? Se sì, in che modo?
Amo profondamente la natura e sento di appartenere intimamente al mare. Il mio luogo di elezione, dove da sempre ho sentito di avere le radici, è l’isola di Ponza. Quest’isola è un paradiso dove la natura si esprime in tutta la sua infinita bellezza! Lì si attiva un processo di ricarica energetica potentissimo; ricevo energia dalle rocce di origine vulcanica, ascolto il vento affacciandomi dalle terrazze a picco sul mare, e mi purifico bagnandomi nelle acque cristalline del mare nostrum. La mia essenza artistica si è certamente generata lì, in questo luogo in cui mi sento immerso nella natura. Esso è fonte di rinascita ed ispirazione continua per la mia anima e quindi sono imprescindibilmente legato alla mia terra ed al mio mare. In teatro la natura è stata ed è costantemente presente nella scrittura drammaturgica (basti pensare a “Il giardino dei ciliegi” di A. Checov o al “Sogno di una notte di mezza estate ” di William Shakespeare solo per citare i più famosi ed importanti). Un grande Maestro della regia che è stato anche il mio maestro, Giorgio Strehler, ha reso mirabilmente in teatro fenomeni naturali (l’alba del Faust di Ghoethe, la tempesta di pioggia ne “La Tempesta” di Shakespeare). In genere credo di poter affermare che tutto il mondo del teatro sia particolarmente sensibile a tutti i temi riguardanti la natura e che ci sia un alto livello di coscienza del fatto che la “Natura siamo noi”.

Francesco Maria Cordella: «In teatro la natura è la prima protagonista»

Secondo te la politica ha fatto abbastanza nei confronti dell’ambiente?
In verità la mia conoscenza in merito alla qualità degli interventi attuati finora è lacunosa. Posso dire di aver osservato che in Italia vi sono stati insediamenti industriali e speculazioni edilizie che non hanno tenuto conto delle “ragioni” dell’ambiente. Di questi abusi ne stiamo pagando adesso le conseguenze con le alluvioni e gli straripamenti che si sono verificati negli ultimi anni. Credo che gli strumenti per monitorare le situazioni ci siano già ma che manchi il senso di responsabilità.

Secondo te il cambiamento di cui tanto si parla e di cui abbiamo necessità, da che parte dovrebbe arrivare: dal singolo o da una presa di coscienza collettiva?
Il cambiamento nasce sempre prima nel singolo e poi si estende agli altri, se è condiviso dalla coscienza collettiva. La coscienza collettiva si forma dando la possibilità a tutti di accedere ad una corretta, autentica e chiara conoscenza dei fenomeni da parte degli operatori culturali e quindi in particolare dai giornalisti.

Cosa fai tu in prima persona per contribuire alla salvaguardia dell’ambiente?
Faccio la raccolta differenziata, sto molto attento a non inquinare il mare, uso una macchina ecologica, non spreco la carta né l’energia elettrica e meno che mai l’acqua.

A che cosa non riusciresti invece a rinunciare se la natura ci mandasse dei segnali inequivocabili di pericolo imminente per la nostra esistenza?
L’unica cosa alla quale non potrei mai rinunciare, in caso di pericolo imminente, è l’acqua ed il calore del sole.