Home C'era una volta Germaine Montéro, l’interprete di Garcia Lorca

Germaine Montéro, l’interprete di Garcia Lorca

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Il 29 giugno 2000 muore Germaine Montéro, uno dei personaggi chiave della nuova canzone popolare francese del Novecento. Un po’ spagnola, un po’ francese, ma soprattutto cittadina del mondo non ama troppo le distinzioni assolute né nella vita né nell’arte. Attrice teatrale e cinematografica di grande talento si innamora perdutamente della canzone e quando serve non esita a tradire le altre sue passioni per seguirne le lusinghe e le suggestioni.

L’esordio madrileno

Nasce il 22 ottobre 1909. Il nome con il quale viene registrata all’anagrafe è Germaine Berthe Caroline Heygel. Fin da piccola coltiva una grande passione per il teatro che la famiglia incoraggia. La sua prima esperienza da protagonista sul palcoscenico di un teatro vero con un pubblico altrettanto vero avviene alla fine degli anni Venti quando all’età di diciotto anni se ne va a Madrid dove esordisce in un lavoro scritto e diretto dal poeta Federico Garcia Lorca. Nella capitale iberica trova anche il nome d’arte spagnoleggiante di Germaine Montéro che per qualche anno utilizza in modo saltuario. A volte è Germaine Heygel, altre Germaine Montéro. Tornata in Francia si sente investita della missione di far conoscere i lavori teatrali di Federico Garcia Lorca. Pian piano diventa uno dei personaggi di spicco della tumultuosa scena artistica della Francia degli anni Trenta attraversata da grandi pulsioni intellettuali, dal sogno dell’interdisciplinarità e dall’idea ricorrente di togliere di mezzo i confini tra i popoli, causa non secondaria delle guerre. Per i suoi amici più impegnati lei rappresenta un po’ il simbolo vivente dell’eliminazione delle barriere tra i popoli con quel nome d’arte spagnolo, la nazionalità francese e il cognome che denuncia la provenienza alsaziana della sua famiglia.

Sedotta dalla musica e da Agnès Capri

Nella stimolante Parigi degli anni Trenta l’attrice Germaine Montéro si lascia sedurre dalla musica. Non è un fugace amore a prima vista ma il frutto di una lunga e intensa frequentazione con gli ambienti più aperti dell’avanguardia parigina. Un ruolo decisivo nella sua maturazione hanno le esperienze vissute con la sua amica cantante e attrice Agnès Capri, fondatrice e protagonista insieme a Paul Nizan, Louis Aragon e Marx Ernst dell’Association des Artistes et Écrivains Révolutionnaires (Associazione degli Artisti e Scrittori Rivoluzionari). Instancabile propugnatrice di una costante contaminazione tra le varie arti, nel 1938 apre un proprio locale in Rue Molière, Le Capricorne, che diventa rapidamente il punto d’incontro della composita schiera di artisti che compone il Gruppo Ottobre, da Jacques Prévert a Michel Vaucaire a Joseph Kosma. Nel locale c’è un palcoscenico dove chiunque può salire e fare quello che gli frulla in testa: cantare, suonare, ballare, recitare o esibirsi in intriganti esercizi di destrezza. Qui una sera Germaine Montéro cede alla seduzione della musica e si esibisce per la prima volta come cantante lanciandosi in una personalissima interpretazione di un brano di Prévert. Ben presto le sue esibizioni diventano un appuntamento fisso mentre il repertorio comincia ad allargarsi anche al di fuori della limitata schiera di brani composti dalla coppia Prévert-Kosma per abbracciare versi e musiche di altri protagonisti del periodo. Sfruttando la perfetta conoscenza della lingua spagnola incide anche una serie di album dedicati alla canzone iberica popolare e colta dei primi anni del Novecento. Nonostante l’impegno e i successi in campo musicale Germaine Montéro, convinta che le passioni esclusive finiscano per impoverire la qualità artistica, non dimentica di essere un’attrice teatrale e nel corso della sua lunga carriera, oltre alle opere di Garcia Lorca, porta sui palcoscenici di Francia lavori di Paul Claudel, Luigi Pirandello e, soprattutto Bertold Brecht. Non rinuncia neppure a sperimentarsi nel cinema dove debutta nel 1934 in una parte minore e con il suo vero nome nel film “Sapho” di Léonce Perret. Nel 1940 è la protagonista de “Il peccato di Rogelia Sanchez” di Carlo Borghesi e Roberto de Ribòn. Nonostante il passare degli anni non abbandona la scena fino alla morte che la sorprende il 29 giugno 2000 a Saint-Romain-en-Viennois.

https://www.youtube.com/watch?v=un5NJ1np_Sk

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".