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Green economy, ancora di salvezza per lo sviluppo

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La green economy è non solo motore di sviluppo per l’Italia in crisi ma anche un’ancora di salvezza verso la riduzione delle emissioni di gas serra in atmosfera. E’ quanto emerge dalla ricerca”Verso un piano nazionale di riduzione della Co2 dei trasporti” realizzata dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile in partenariato con il Ministero dell’ Ambiente.

Il futuro è della green economy

I trasporti sono attualmente il settore con il primato nazionale per le emissioni annuali di gas serra. Essi determinano il 33% dei consumi finali di energia e rappresentano la seconda voce di spesa al consumo delle famiglie italiane. L’Italia e’ il fanalino di coda dell’Unione Europea negli indicatori di mobilita’ sostenibile: oltre ad essere il primo Paese europeo (se escludiamo il Lussemburgo) per numero di autoveicoli privati/abitante, e’ anche quello con le percentuali di trasporto merci su ferrovia piu’ basse, con la minore incidenza di trasporto pubblico in citta’ e con mobilita’ ciclo-pedonale assolutamente sotto la media europea. Ma questo trend puo’ essere invertito nei prossimi anni, grazie alla ”green economy”. In Italia esiste infatti un tessuto industriale all’ avanguardia nel settore della produzione dei mezzi di trasporto, delle infrastrutture e dei servizi ad alta tecnologia di supporto alla mobilita’.

L’Italia può diventare un Paese leader

L’Italia e’ il secondo paese manifatturiero europeo e possiede leader internazionali nei settori chiave della mobilita’ sostenibile, oltre ad offrire esempi di i nnovazione ‘green’, come i biocombustibili di seconda e terza generazione o le applicazioni informatiche per le smart city. “Una transizione verso una mobilita’ a basse emissioni di carbonio – sottolinea anche Clini – gestita con intelligenza, puo’ rappresentare un miglioramento ambientale e delle condizioni di vita dei cittadini, e un’opportunita’ strategica per l’economia italiana”.

La ricerca formula in particolare una proposta di ”Piano nazionale per la mobilita’ a basse emissioni di carbonio”, con obiettivi concretamente realizzabili al 2020 e al 2030.

Valutando le opportunita’ offerte dallo sviluppo dell’economia verde, secondo il Piano sarebbe realisticamente possibile raggiungere una riduzione del 26% delle emissioni di CO2 al 2030 rispetto ai valori attuali.

Un garantito sviluppo per il Pil

”La nostra ricerca – ha dichiarato anche Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile – documenta che piu’ del 70% delle emissioni di CO2 prodotte dal settore trasporti si riferisce a spostamenti per distanze inferiori ai 50km, relativi quindi ad una dimensione urbana. E’ li’ che si puo’ agire ottenendo il miglior rapporto costi/benefici e sfruttare al meglio il potenziale di riduzione della C02 di ogni euro investito”.

La ricerca osserva infatti che se si raggiungesse in tutta Italia la proporzione tra trasporto pubblico e privato che c’e’ oggi in Liguria negli spostamenti entro i 20 chilometri (64,7% auto-36,3% trasporto pubblico) sarebbe possibile ridurre le emissioni di CO2 di 2,6 Mt nel 2020 e di 4,8 Mt nel 2030.

Oltre a registrare il sorpasso delle vendite di biciclette rispetto alle auto che si e’ verificato in Italia nel 2012, l’indagine esamina anche gli scenari di sviluppo dei nuovi modelli di auto elettriche, ibride e a gas, l’ auspicata crescita del trasporto ferroviario, soprattutto per le merci e nelle aree urbane, lo sviluppo del trasporto marittimo e quello dei biocarburanti di seconda generazione.

Si tratta di potenziali importanti, che vanno oltre gli impegni e le indicazioni della stessa Unione europea e che potrebbero portare l’Italia a livelli di qualita’ ambientale dei trasporti comparabili con la Francia e la Germania.

Fonte: Asca