Home C'era una volta Il rock chicano di Ritchie Valens

Il rock chicano di Ritchie Valens

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Il 13 maggio 1941 a Pacoima, un sobborgo d’immigrati perduto nella periferia della grande Los Angeles nasce Richard Steven Valenzuela, in arte Ritchie Valens, il primo grande alfiere del “rock chicano”. Non si sa molto della sua infanzia anche se ce la si può immaginare. Qualche fotografia lo ritrae ancora bambino aggrappato ad una chitarra tenuta stretta come un’arma. Chitarrista acustico istintivo e buon cantante inizia a suonare con i Silhouettes, una band formata da un gruppo di ragazzi della Pacoima High School. A soli sedici anni, Ritchie ne dimostra dieci di più: robusto, mascella quadrata e capelli lisciati all’indietro con la brillantina è l’antitesi dei cantanti adolescenti pulitini e perbene come Fabian e Frankie Avalon che vanno di moda in quel periodo.

Il successo immediato e il destino crudele

Il primo a scoprirlo e a intuire le sue potenzialità è Bob Keene, uno dei produttori di punta di Los Angeles, titolare dell’etichetta Keen, per cui ha inciso anche Sam Cooke. Scritturato per pochi dollari nel 1958, diciassettenne conquista la popolarità con brani che mescolano la gioiosa armonia latina della tradizione messicana con le nuove strutture ritmiche del rock and roll. Il suo strepitoso successo con un singolo che contiene due brani come Donna e La bamba segna l’inizio del rock chicano, un nuovo genere destinato a restare nella storia del rock’n’roll. Il segreto del rapido successo di Valens è tutto nel suo stile: una vocalità gentile e sognante che si innesta con una base chitarristica dal suono selvaggio figlia delle rielaborazioni del rock and roll da parte dei gruppi di cultura latina. Il destino non gli consente di godere a lungo della popolarità. Il 3 febbraio 1959, infatti, non ancora diciottenne, muore in un incidente aereo insieme ad altre due star del rock and roll come Buddy Holly e Big Bopper, con i quali è impegnato in una tournée nel Midwest. In quello stesso anno ottiene due grandi successi postumi con Little girl e Come on little Susie.

Un film e una polemica

La breve e drammatica storia di Richie Valens ispira nel 1987 il film “La bamba” di Taylor Hackford nella quale i Los Lobos interpretano i suoi vecchi successi e la cui colonna sonora arriverà al vertice delle classifiche di tutto il mondo. Valens è interpretato sullo schermo da Lou Diamond Phillips. La presentazione del film riapre una vecchia polemica tra i critici anglofoni e la comunità degli immigrati di lingua ispanica, in particolare quelli di origine messicana. Questi ultimi accusano di colonialismo culturale e anche di razzismo quella parte della critica che continua a considerare minore il genere di musica elaborato da Ritchie e a chiamarlo con l’appellativo di “tex-mex”. Le radio ispanoamericane di Los Angeles guidano l’offensiva contro la discriminazione; «Quel genere è nostro, affonda le radici nella nostra tradizione, è “rock chicano”. Se non vi piace non ascoltatelo, ma smettetela di gettare merda su tutto ciò che non è in linea con la vostra barbosa tradizione anglosassone. Questo paese è anche nostro!»

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".