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Gorilla di montagna, in Rwanda con Dian Fossey

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Gorilla di montagna

Nel cuore dell’Africa, sulle tracce dei meravigliosi gorilla di montagna tanto amati dalla zoologa Dian Fossey.

La ‘Svizzera d’Africa’

Paese tristemente noto per essere stato terreno di sanguinose dittature e massacri atroci, il Rwanda sta finalmente conoscendo un periodo di rinascita politica volta alla pacificazione. Anzi, ad oltre diciotto anni dai tragici eventi dei primi anni ’90, questa terra dalle mille colline e ferite, segnata da genocidi e crudeltà vergognose, respira, oggi, un senso dell’ordine e della legalità ancora sconosciuto in molti altri stati del Continente Nero. Chiamato la ‘Svizzera d’Africa’ per i suoi splendidi rilievi montuosi, dai panorami mozzafiato che affacciano sui laghi, e per il verde rigoglioso dovuto alle abbondanti piogge che annaffiano le sue terre, il piccolo Rwanda è famoso per offrire l’impareggiabile esperienza dell’incontro ravvicinato, nel pieno del loro ambiente naturale, con gli ultimi gorilla di montagna.

Lì dove visse la celebre zoologa Dian Fossey

Altro che King Kong di Peter Jackson tra remake cinematografici e picchi di fantasia da grande schermo. Specie strenuamente protetta, poiché ad altissimo rischio d’estinzione a causa dei reiterati bracconaggi, questi gorilla di montagna dal pelo lungo e scuro popolano, realmente e nello specifico, la foresta pluviale del Parco Nazionale dei Vulcani, situato nella parte nord-occidentale del Paese. Parco dalla grande importanza ambientale e scientifica, in quanto ‘casa’ della celebre zoologa Dian Fossey, che qui spese – fino a perderla – gran parte della sua vita dedicandola alla battaglia in difesa di questi giganti buoni, il Parco Nazionale dei Vulcani resta una delle principali attrazioni di questo montuoso e lussureggiante Paese dall’impronta turistica sempre più sostenibile e responsabile.

Gorilla di montagna, a tu per tu con i giganti buoni

Nel tentativo di coniugare turismo e conservazione dell’ecosistema, infatti, il parco accetta solo trentadue visitatori al giorno, consentendo loro riservati tour sulle tracce dei gorilla, tra percorsi di trekking e singoli incontri ravvicinati, di non più di un’ora, face to face con queste meravigliose creature. La maggior parte degli introiti ricavati dalle visite vengono, a loro volta, impiegati nella preservazione del parco stesso o in progetti di supporto per le comunità rurali dell’area. Del resto, citando le ultime parole di Dian Fossey, appuntate nel suo diario personale: “Quando realizzi il valore della vita, ti preoccupi di meno di discutere del passato e ti concentri di più sulla conservazione del futuro”. Dopo tanta sofferenza, il Rwanda sembra averlo capito sulla propria pelle. Non solo memoria del più terribile genocidio della storia contemporanea, ma terra che guarda avanti, oggi più come mai, proprio partendo dall’amore e della protezione delle sue genti, della natura e di tutte le bellezze che la circondano.

Per ulteriori approfondimenti sui gorilla di montagna del Rwanda si segnala:
Gorilla nella nebbia.  Film del 1988, diretto dal regista Michael Apted, tratto dal libro Gorillas in the Mist, autobiografia dell’etologa Dian Fossey.
Il reportage fotografico in bianco e nero di Sébastien Meys, pubblicato su GEO.fr nel 2009, proprio in occasione della dichiarazione dell’ONU dell’anno del gorilla