Home C'era una volta Joe Jackson, geniale e imprevedibile

Joe Jackson, geniale e imprevedibile

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L’11 agosto 1954 nasce a Burton-on-Trent, in Gran Bretagna, Joe Jackson, uno degli artisti più geniali e imprevedibili della new wave britannica.

La musica scelta in odio allo sport

Cresciuto a Portsmouth, città natale della madre, a undici anni odia lo sport e, per evitare di partecipare a un torneo di football, inizia a frequentare un corso di violino. Passato il pericolo del torneo decide di passare al pianoforte, perché meno complicato. Considerato un po’ eccentrico dai suoi coetanei a quattordici anni, è, come lui stesso si definirà più tardi, “un compositore autodidatta che scrive cose terribili”. I suoi autori preferiti di quel periodo, Beethoven e Stravinskij, vengono sostituiti prima del jazz di Charlie Parker e Duke Ellington e poi dal rock & roll. Grazie a una borsa di studio entra nella prestigiosa Royal Academy of Music di Londra dove studia piano, composizione e percussioni. La capitale lo affascina e lo spinge a darsi da fare. Nelle ore libere fa da spalla a un suonatore di buzuki in un ristorante greco e frequenta i concerti della National Youth Orchestra. Terminata l’accademia inizia con gli Edward Bear un intenso periodo di militanza in vari gruppi pop fino a confluire negli Arm & Legs, dove incontra il bassista Graham Maby, destinato a diventare suo inseparabile compagno nelle successive avventure musicali.

L’irrequietezza…

Insoddisfatto del lavoro di gruppo registra un demo-tape che, dopo essere stato rifiutato dalla Virgin e dalla Stiff, viene notato da David Kershenbaum, un talent scout della A&M. Proprio lui produce, nel 1978, il primo singolo della Joe Jackson Band, Is she really going out whit him? nel quale Jackson ha al suo fianco, oltre al fedelissimo Graham Maby, il chitarrista Gary Sanford e il batterista Dave Hougton. La band ottiene un buon successo, ma non regge all’irrequietezza del suo leader e si scioglie alla fine del 1980. Di fronte alla involuzione estetizzante della musica di quel periodo, Joe Jackson si lancia in un’impresa che entusiasma moltissimo la critica e sorprende il pubblico: la pubblicazione di Jumpin’ jive un album di brani jazz degli anni Quaranta e Cinquanta che recupera la sua antica passione per i grandi del jazz orchestrale. Dopo essersi trasferito a New York pubblica, nel 1982, quello in molti ritengono il suo miglior album in assoluto, Night and day. Negli anni successivi, non sempre accompagnato dal favore del pubblico, cambierà più volte stile e genere, nel tentativo costante di soddisfare le sue passioni musicali più che le esigenze del mercato.

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".