Home Green Economy La Regione Tiberina in Europa

La Regione Tiberina in Europa

SHARE
Regione Tiberina, tevere

La regione Tiberina in Europa – Verso un nuovo welfare dei territori, sarà il titolo del Quarto Rapporto Annuale (2013) del Consorzio Tiberina, ma anche lo scopo di una nuova raccolta partecipativa di idee (dopo il “Call for Ideas 2011”) al fine di predisporre insieme ai Proponenti uno o più progetti suscettibili di finanziamento nella Programmazione 2014-20 dell’Unione Europea; già nel caso precedente, a poco più di 1 anno dalla costituzione di questa Agenzia di Sviluppo pubblico-privata, si giunse a tutta una serie di proposte non soltanto a mo’ di esercizio culturale, per realizzare un convegno finale (a Novembre 2011 in Provincia di Roma) o per stampare un volume (il Secondo Rapporto Annuale del Consorzio), ma con applicazioni poi realizzate: contest e mostre, portale turistico, eventi sportivi, collaborazioni internazionali nel campo della progettazione per le energie rinnovabili, creazione di opportunità di lavoro e attrazione di investitori, etc, piccoli-grandi contributi – in qualità e in quantità – a un nuovo welfare dei territori.

La Regione Tiberina in Europa

Alle Regioni potenzialmente più coinvolte (fra le 6 del Bacino del Tevere) – informa un comunicato aziendale – sono stati già inviati degli schemi d’azione sinergica per cogliere le ampie opportunità che si vanno delineando in ambito europeo dallo studio dei documenti preliminari dell’Unione. A seguito degli annunci effettuati da più parti sulla necessità di muoversi tempestivamente in un ambito sempre più vitale per favorire lo sviluppo endogeno dei territori e creare nuova occupazione, un Soggetto come il Consorzio Tiberina non può che mettersi a disposizione – sfruttando il proprio know-how e il livello tecnico dei Consorziati – per porre i territori di competenza in prima linea in questa fase di programmazione, invertendo la tendenza che caratterizza il nostro Paese (se ne è parlato ampiamente al recente Forum P.A.). L’analisi di contesto su caratteristiche, identità e vocazioni dei territori è già stata avviata fin dal 2010, nel Primo Rapporto Annuale, e consente di prevedere risultati assai ambiziosi, anche a mo’ di “progetto-pilota” a livello nazionale per trovarsi pronti fin dall’1.1.2014.

La cooperazione è ancora una volta parola-chiave, requisito essenziale per ottenere risultati concreti. Le disposizioni comuni proposte dalla Commissione introducono nuovi strumenti di integrazione che potranno essere usati per l’implementazione di strategie sul campo, ricollegandosi agli obiettivi tematici identificati nei contratti di partenariato e nei programmi operativi legati alla dimensione territoriale: sviluppo locale di tipo partecipativo (articoli 28-30 del regolamento delle disposizioni comuni proposte) e investimenti territoriali integrati (articolo 99 del regolamento delle disposizioni comuni proposte). Questi ultimi (ITI) consentiranno agli Stati membri dell’Unione Europea di accorpare fondi da diversi assi prioritari di uno o più programmi operativi ai fini di un intervento pluridimensionale e intersettoriale. Dal punto di vista del “territorio di progetto”, qualsiasi area geografica con caratteristiche peculiari potrà essere oggetto di un ITI, dal livello di quartieri urbani con specifici problemi ai livelli urbano, metropolitano, urbano-rurale, sub-regionale o interregionale; non sarà obbligatorio che un ITI copra l’intero territorio di un’unità amministrativa.