Home C'era una volta La prima volta di John Mayall

La prima volta di John Mayall

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L’8 maggio 1964 arriva nei negozi britannici il primo singolo di John Mayall & The Bluesbreakers. Contiene i brani Crawling up a hill e Mr. James.

Un trentenne fuori tendenza

Il leader della band non è un giovanissimo. Con i suoi trent’anni suonati John Mayall segna un’inversione di tendenza nella moda “giovanilistica” del periodo. In più è un disco che propone un blues sanguigno, decisamente nero e con nessuna concessione alle esigenze di mercato. Bluesman per passione, il ragazzone bianco si guadagna da vivere lavorando come vetrinista e grafico. Avrebbe continuato così per sempre se pochi mesi prima non l’avesse ascoltato per caso Alexis Korner, uno dei più appassionati divulgatori del blues in Gran Bretagna. È lui che gli trova un contratto discografico e gli dà una mano per formare la band. Pochi giorni prima di incidere il disco nascono così i Bluesbreakers con il chitarrista Bernie Watson, il bassista John McVie, tra i futuri fondatori dei Fleetwood Mac e il batterista Peter Ward, sostituito nello studio di registrazione dal più sicuro sessionman Martin Hart.

La scuola Mayall

Il singolo segna l’inizio della lunga carriera di Mayall e della sua band considerata una fucina di talenti. Da quel momento aver suonato con lui diventerà una sorta di attestato di qualità, una patente di buon musicista. Negli anni Sessanta la “scuola Mayall” sfornerà un numero incredibile di personaggi destinati a entrare nella storia del rock. Nelle oltre trenta formazioni della band passeranno, tra gli altri, chitarristi come Eric Clapton, Peter Green, Mick Taylor, Jerry McGee e Harvey Mandel, bassisti come John McVie, Jack Bruce, Rocky Brown e Steve Thompson e batteristi come Sam Stone, Keith Robertson, Ginger Baker, Peter Ward, Aynsley Dumbar, Mike Fleetwood, Keef Hartley e Jon Hiseman. Dall’esperienza nasceranno band fondamentali come i Cream, i Blind Faith, i Fleetwood Mac, i Family, i Juicy Lucy, i McGuinnes-Flint, l’Aynsley Dumbar Band, la Keef Harley Band, i Free, i Colosseum e molti altri.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".