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L’agricoltura biologica, una scienza

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L’agricoltura biologica è spesso falsamente rappresentata come non scientifica. Tuttavia, nonostante l’ipotesi popolare che scaturiva dalle illusioni  hippy degli anni ’60, oggi si discute in modo scientifico sulla sua vera provenienza.

Sir Albert Howard e JI Rodale

Se si guarda indietro alla prima ondata di notorietà nel 1940, i nomi più spesso menzionati,  come quello di Sir Albert Howard e di JI Rodale , invece di essere gli iniziatori, erano in realtà solo divulgatori di una nuova ondata di idee che avevano cominciato a svilupparsi  intorno al 1890. Agricoltori, proprietari terrieri, scienziati e filosofi rurali sia in Inghilterra che in Germania aveva cominciato a mettere in discussione la saggezza dell’agricoltura basata su presupposti chimici che era cresciuta in modo importante sin dal 1840. I progressi nelle scienze biologiche durante la fine del 19esimo secolo, come quelli che hanno spiegato i meccanismi di fissazione dell’azoto o la vita microbica del terreno hanno posto le basi per una piùprofonda comprensione dei processi naturali e offerto l’ispirazione su come un’agricoltura moderna potrebbe essere formulata solo su base biologica.

L’errata filosofia dell’agricoltura industriale

Questi nuovi agricoltori erano convinti che la filosofia che ispira l’agricoltura industriale si basava sulla premessa errata che la natura è inadeguata e deve essere sostituita con sistemi umani. Hanno sostenuto che in virtù di tale errore, l’agricoltura industriale ha il compito di elaborare continuamente nuove proposte per risolvere i problemi che, in realtà, essa stessa crea (aumentare i quantitativi di sostanze chimiche, più forti pesticidi, fungicidi, acaricidi, nematocidi, sterilizzazione del terreno, ecc). Non sarebbe la prima volta nella storia della scienza che una teoria basata su una falsa premessa sembrava essere valida.

L’agricoltura biologica

Il nuovo pensiero in agricoltura si è concentrato su tre temi in particolare: Come si può raggiungere una fertilità di lunga durata del suolo? Come possono essere prevenuti i problemi dei parassiti? Come può essere ottimizzato il valore nutrizionale delle colture alimentari?
Nel 1940 le risposte a queste domande vennero fuse in un nuovo concetto di agricoltura biologica:
La fertilità del terreno può essere portata ai massimi livelli con tecniche che aumentano la percentuale di materia organica del suolo, facendo ruotare le colture e il bestiame, e mantenendo i minerali del suolo attraverso l’uso di mezzi naturali come la pietra calcarea ed altre polveri di roccia.
Il vigore delle piante ottenute rende le stesse resistenti a parassiti e malattie.
La qualità delle piante ottenute fornisce il cibo più nutriente possibile.
Tutti e tre iniziano “con” e dipendono “da come” la terra viene trattata. Ma la fertilità del suolo non può dipendere da prodotti industriali. Si evolve da una intelligente interazione umana con il lavoro della terra. Si tratta di processi che sono intrinsechi a qualsiasi terreno mantenuto con la materia organica.
La preoccupazione degli scettici in particolare non si basa sulla sostituzione di un fertilizzante con un altro, ma piuttosto sul lungo raggio di fattibilità pratica ed economica delle pratiche agricole. Ma si può davvero coltivare in questo modo? Può una agricoltura avere successo condotta combinando i noti effetti dei processi naturali con la gestione fornita dalla intelligente opera umana? Se questo tipo di produzione potesse essere resa universale, allora sì: questa nuova agricoltura sarebbe veramente sostenibile e con il potere di trasformare l’agricoltura nel mondo. Alcuni lungimiranti scienziati di tutto il mondo stanno cominciando a esaminare le questioni biologiche, e stanno verificando che il sistema che gli agricoltori biologici hanno creato negli ultimi 120 anni offre risultati convincenti.

La parola all’ecologista Frank Egler

L’ecologista Frank Egler ebbe a dire: “La natura non è più complicata di quanto si pensi – La natura è più complicata di quanto possiamo pensare.”
Ma forse il problema è che non si crede davvero che questa rivoluzione sia possibile. Cosa? Gli agricoltori possono coltivare broccoli verdi senza vermi? Il bestiame può essere allevato senza colture industriali? Follie!  Eppure l’agricoltura biologica praticata negli ultimi quarant’anni funziona davvero. Quando ho fatto il mio lavoro come agricoltore correttamente, quando ho ottimizzato la biologia della produzione agricola mantenendo la materia organica del suolo, migliorando l’aerazione del suolo e il suo equilibrio minerale, fornendo un’adeguata umidità, quando ho prestato particolare attenzione al miglioramento dei processi naturali tutto ha funzionato egregiamente. La resa e la qualità dei prodotti agricoli è stata infinitamente migliore di quella dei prodotti industriali.
Tratto da un articolo di Eliot Coleman, autore di The New Organic Grower