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Le foreste contro la fame nel mondo

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foreste contro fame nel mondo

Un nuovo rapporto dell’International Union of Forest Research Organizations, mostra come le foreste contribuiscano a combattere la fame nel mondo contribuendo alla lotta contro cambiamento climatico.

Le foreste contro la fame nel mondo

La richiesta sempre crescente di cibo e la necessità di proteggere i paesaggi naturali sono due temi in apparenza contrapposti. Tutti sanno che gran parte della deforestazione mondiale, soprattutto nei tropici, è associata all’espansione di colture come quella per l’olio di palma o di soia, così come a foraggiare il bestiame da carne o la produzione di cacao.

Il nuovo rapporto dell’International Union of Forest Research Organizations dimostra invece che le foreste possono svolgere un ruolo fondamentale per eliminare la fame e per creare le basi di una maggiore sicurezza alimentare: una migliore comprensione di come questo meccanismo potrebbe essere alimentato, fornirebbe paradossalmente la chiave per una migliore difesa.

Oltre un miliardo di persone in tutto il mondo soffrono di fame cronica

Gli autori della ricerca scrivono che “attualmente c’è poca consapevolezza dei diversi modi in cui le foreste possono integrare e supportare sistemi di produzione agricola per il raggiungimento della sicurezza alimentare globale”.

Il rapporto esamina i benefici nutrizionali delle foreste naturali e delle agro-foreste, dove gli alberi da frutto sono coltivati insieme ad altre specie di alberi e piante che li mantengono funzionali. Questo schema può aiutare a creare diete nutrizionalmente più equilibrate, in particolare per lo sviluppo delle zone tropicali.

I semi, le noci e la frutta possono essere importanti fonti di vitamine e minerali, ma con lo stesso sistema si possono ottenere forniture di cibi che non provengono specificatamente dagli alberi, come gli insetti, le verdure, i funghi e anche la carne di animali selvatici.

Le foreste possono dare alle comunità locali maggiore accesso al cibo, e ridurre al minimo la loro vulnerabilità rispetto alle fluttuazioni dei prezzi globali delle materie prime alimentari.

Secondo il rapporto, i sistemi agroforestali sono più resistenti alle intemperie che non le colture tradizionali, le quali risentono fortemente dei cambiamenti climatici.

Gli autori del rapporto non affermano che le foreste da sole potranno alimentare il mondo, ma sostengono che i sistemi forestali possono aiutare a migliorare l’agricoltura sostenibile. Le foreste sono fonte di ecosistemici benefici per il sostegno che offrono alle specie impollinatrici o anche perchè fonti di materiale organico fertilizzante.

Aiutare le comunità forestali e sostenere i loro diritti

È stato inoltre provato che le comunità forestali sono in grado di proteggere le foreste da cui dipendono anche meglio dei governi nazionali, ma in alcune zone, esse non hanno il diritto di accedere alle foreste per raccogliere cibo. Quindi sostenere questi diritti è una parte importante dell’equazione.

Inoltre gli alimenti selvatici commestibili che si trovano nelle foreste non sempre vengono consumati. La migrazione ad esempio, può causare una perdita di conoscenza sugli alimenti della foresta e i cambiamenti culturali possono rendere più difficile la consapevolezza sulle proprietà di certi alimenti, magari percepiti come meno preziosi e inutili.

Le nuove tecniche di lavorazione o di preparazione possono anche aiutarli a sfruttare al meglio questi alimenti. Ad esempio, in Guatemala, i nuovi metodi di tostatura consentono alle comunità della foresta pluviale di migliorare la produzione di noci Ramon, un alimento tradizionale e molto richiesto.

Come con l’agricoltura, le pratiche sostenibili sono importanti anche per garantire fonti di cibo a lungo termine. Come abbiamo visto negli ultimi anni, un eccesso di raccolta è in grado di minacciare un’intera specie, come successo con alcuni tipi di carne di animali selvatici o con alcuni tipi di legno di grande valore.

La buona notizia, dicono gli autori, è che lo sviluppo agricolo-forestale può effettivamente rappresentare una opportunità specie nelle aree in cui il paesaggio è già stato troppo sfruttato dalle attività umane. “Lavorare a stretto contatto con gli agricoltori, significa coniugare il meglio della conoscenza scientifica tradizionale ed offrire un enorme potenziale per migliorare la produttività e la capacità di recupero di questi sistemi.”