Home C'era una volta Marcel Bianchi, la miglior chitarra dopo Django Reinhardt

Marcel Bianchi, la miglior chitarra dopo Django Reinhardt

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Il 29 agosto 1911 nasce a Marsiglia, in Francia, il chitarrista Marcel Bianchi. Fin da ragazzo si lascia affascinare dalla musica e studia il mandolino, il violino e la chitarra.

La svolta con Armstrong

Negli anni della gioventù non pensa che il mestiere dello strumentista possa diventare un modo per guadagnarsi da vivere. La svolta arriva nel 1934 quando, dopo aver avuto l’occasione di accompagnare Louis Armstrong in uno dei suoi concerti francesi decide di trasformare l’hobby in un lavoro. Due anni dopo, nel 1936, diventa musicista professionista. Nel 1937 si stabilisce a Parigi dove viene ingaggiato da Alix Combelle e suona con quasi tutti i protagonisti della scena jazz parigina di quel periodo, da Philippe Brun a Stéphane Grappelli, da Jerry Mengo a Bill Coleman, a Fletcher Allen a molti altri.

La fuga dal campo di prigionia

Partecipa anche ai concerti dell’Hot Club di Francia. La sua attività viene interrotta dalla guerra. Imprigionato dai tedeschi riesce a fuggire dal campo di prigionia in cui è stato rinchiuso e si stabilisce in Svizzera. Al suo ritorno in Francia, nel 1946, è tra i primi ad adottare la chitarra elettrica. Forma un sestetto con il quale si esibisce in numerosi club a Parigi, sulla Costa Azzurra, e in tournée all’estero. Dotato di una eccellente tecnica e di una buona sonorità, Marcel Bianchi appare influenzato da Charlie Christian e Les Paul. La critica lo considera il miglior chitarrista francese dopo Django Reinhardt.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".