Home C'era una volta Marie Dubas, l’ispiratrice di Edith Piaf

Marie Dubas, l’ispiratrice di Edith Piaf

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Il 21 febbraio 1972 muore Marie Dubas, la prima cantante “moderna” della storia della canzone francese per la sua capacità di rifuggire dagli schemi. La sua personalità sulla scena, il suo modo di cantare, la sua capacità di fondere la teatralità dei gesti con una voce unica per drammaticità e coloriture hanno influenzato negli anni successivi moltissime altre cantanti francesi.

 

A lei si sono in vario modo ispirate Anny Cordy, Mathé Althéry, Suzy Delayr, Juliette Gréco, Patachou, Anne Sylvestre, Sylvie Vartan e tante altre. A lei si è ispirata soprattutto la grande Edith Piaf, l’Usignolo di Francia che ha finito per assomigliarle non soltanto sul palcoscenico ma anche per il faticoso e sfortunato approccio alla vita. Marie Dubas nasce a Parigi il 3 settembre 1894. Suo padre è un sarto polacco d’origini ebree trasferitosi nella capitale francese per sfuggire alle persecuzioni antisemite. Pur non navigando nell’oro la famiglia Dubas può offrire alla figlia un’istruzione decente e soddisfare anche la sua passione per il palcoscenico consentendole di frequentare i corsi di recitazione tenuti da Paul Mounet al Conservatorio d’arte Drammatica di Parigi. Nel 1920 viene scritturata dal Théâtre Cluny, uno dei templi dell’operetta francese. L’anno dopo il suo nome fa bella mostra di sé al fianco di Maurice Chevalier sul cartellone della rivista musicale ‘Dans un fateuil’ al Casino de Paris. La sua vera passione restano però le commedie musicali e l’operetta. La ragazza stupisce la critica, entusiasma il pubblico e non si risparmia. Proprio le intense sollecitazioni alle quali sottopone le corde vocali le provocano un grave abbassamento della voce. Con qualche rimpianto decide di abbandonare gli eccessi richiesti dall’impostazione lirica dell’operetta e reimposta la sua voce in modo da far coincidere l’abbassamento della tonalità con nuovi colori e nuove scelte interpretative.

Questa sera penso al mio paese

Il 23 settembre 1927 canta per la prima volta davanti al pubblico esigente dell’Olympia e ottiene un successo straordinario. Proprio quella sera esegue per la prima volta Pedro! un brano destinato a restare uno dei grandi cavalli di battaglia della sua carriera. Il successo dell’Olympia segna una svolta decisiva nella carriera di Marie Dubas. Inizia un periodo trionfi straordinari. Nel mese di giugno del 1939 si imbarca su un transatlantico che deve portarla in Sudamerica dove è attesa da una lunga tournée. Proprio mentre è dall’altra parte del mondo la Francia viene occupata dalle truppe della Germania nazista. Preoccupata dalla mancanza di notizie dei suoi cari tenta di rientrare in patria con molta difficoltà. Nel 1940 approda in Portogallo e poi in Francia ma per gli ebrei non sono tempi facili. Nel mese di luglio del 1942, dopo essere scampata per un soffio a una retata di nazisti e collaborazionisti si rifugia in Svizzera dove ritrova la sua amica Renée Lebas. Proprio dai microfoni dell’emittente radiofonica di Ginevra canta per la prima volta il triste brano autobiografico Ce soir je pense à mon pays (Questa sera penso al mio paese). Alla sconfitta dei nazisti ritorna a Parigi e scopre che sua sorella è stata fucilata e suo nipote è stato deportato. Per una decina d’anni continua a cantare anche se la sua vena è sempre più malinconica. provata dai drammi e dalle fatiche viene anche colpita dal morbo di Parkinson. Nel 1958 lascia le scene con una frase che oggi è divenuta celebre: «Ho pagato troppo cara la mia popolarità. Questo mestiere mi sta uccidendo…».

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".