Home C'era una volta Monty Ludwig, talento e contrabbasso

Monty Ludwig, talento e contrabbasso

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Il 26 dicembre 1929 nasce a Pender, in Nebraska, il contrabbassista Monty Ludwig, registrato all’anagrafe con il nome di Monte Rex Budwig.

Una scelta quasi naturale

Figlio d’arte segue la madre pianista e il padre sassofonista contralto nel vagabondaggio artistico dell’orchestra cui appartengono. In una situazione così la scelta di diventare musicista appare quasi naturale. Subito dopo aver terminato le scuole superiori a Los Angeles, inizia a suonare il contrabbasso nei ristretti ambienti del jazz californiano non senza qualche aiuto da parte dei genitori. A partire dal 1950 comincia a muoversi da solo senza bisogno di spinte particolari. Proprio in quell’anno, infatti, ottiene il primo ingaggio regolare da Anson Weeks, e poi viene scritturato da Vido Musso. Quando tutto sembra andare bene la chiamata alle armi per il servizio militare rischia di tagliargli le ali. Lui comunque cerca di fare necessità virtù suonando con la big band dell’aviazione.

Da Woody Herman a Stan Getz e Benny Goodman

Tornato a Los Angeles nel 1954, suona per Barney Kessee e Zoot Sims, quindi entra a far parte del trio di Red Norvo nel quale rimane più di un anno. Successivamente compie il primo grande salto di qualità diventando il contrabbassista di Woody Herman col quale suona a lungo, sia nell’orchestra, sia nelle formazioni più ridotte. Quando lascia Herman brilla ormai di luce propria. Pur unendosi al gruppo di Shelly Manne ogni tanto se ne va per partecipare ai concerti del quartetto di Benny Goodman a New York. È lui il contrabbassista dell’orchestra di Goodman nella famosa tournée in Giappone del 1964. Successivamente preferirà spaziare in vari campi componendo e suonando per la televisione e il cinema, senza rinunciare a “prestare” il suo contrabbasso alle registrazioni e alle esibizioni di artisti come Stan Getz, Terry Gibbs, Carmen McRae, Sarah Vaughan, Charles McPherson e tanti altri.

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".