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Nobel Pace a sentinelle armi chimiche

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Il Nobel per la pace 2013 e’ stato assegnato all’Opac, l’Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche. La scelta dell’Accademia norvegese ha voluto premiarne l’attuale impegno per smantellare l’arsenale siriano ed e’ arrivata a sorpresa, dato che la grande favorita era Malala, la sedicenne pakistana che ha sfidato i talebani forse troppo giovane e troppo esposta per un simile riconoscimento.

All’Opac il Nobel

L’Opac e’ l’ente intergovernativo che ha il compito di far applicare la Convenzione di Parigi del 1993 sul bando delle armi chimiche.

Non fa parte della struttura delle Nazioni Unite, ma collabora strettamente con il Palazzo di Vetro come avviene in questi giorni con la missione dei suoi esperti per sovrintendere all’eliminazione delle armi chimiche del regime di Bashar al-Assad. E proprio questa missione ha influito sulla decisione del Comitato, il cui presidente, Thorbjoern Jagland, ha spiegato che e’ stata premiata l’organizzazione di controllo “per i suoi estesi sforzi tesi all’eliminazione delle armi chimiche”.

Un Nobel per i recenti eventi in Siria

Nella motivazione si sottolinea come “i recenti eventi in Siria, dove le armi chimiche sono state ancora una volta impiegate, abbiano evidenziato la necessita’ di intensificare” ulteriormente tali sforzi. L’Opac, nata nel 1997, in 16 anni di attivita’ ha distrutto nel complesso 57.000 tonnellate di armamenti, per lo piu’ prelevati dagli arsenali americani e russi risalenti all’epoca della Guerra Fredda. L’Organizzazione ha sede all’Aja e ha lo scopo di promuovere e verificare l’adesione alla Convenzione sulle armi chimiche del 1993 che proibisce l’uso di tali armi e ne chiede la distruzione.

Al Consiglio esecutivo, di cui l’Italia e’ vicepresidente, appartengono 41 Paesi, nominati dalla Conferenza (principale corpo dell’organizzazione) con un mandato biennale. Il Nobel per la pace, che consiste in un diploma, una medaglia d’oro e la relativa ricompensa da 10 milioni di corone (1,2 milioni di euro), sara’ consegnato a Oslo il 10 dicembre.

Il direttore generale dell’Opac, Ahmet Uzumcu, ha auspicato che il riconoscimento convinca anche gli ultimi sei Paesi a mettere al bando le armi chimiche (si tratta di Angola, Birmania, Corea del nord, Egitto, Israele e Sud Sudan). “So che questo premio ci aiutera’ a promuovere l’universalita’ della Convenzione nei prossimi mesi, speriamo di raggiungere presto questo obiettivo”, ha affermato il diplomatico turco che guida l’Opac dal 2008.