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Patrizia Zangla, il senso di dove andare

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La scrittrice e storica Patrizia Zangla

Ci sono dei momenti durante l’esistenza di ognuno di noi in cui si avverte il bisogno di fare un personale bilancio al fine di valutare, con la giusta distanza, eventi e persone che hanno attraversato la nostra vita.

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La copertina di “A un figlio, amoroso giglio”

E questa è una necessità ancora più forte in una madre alle prese con il naturale distacco da un figlio a cui lei, tuttavia, sente di dover dare le ultime raccomandazioni prima di lasciarlo partire per il proprio “viaggio”. Questo il “senso di dove andare” di Patrizia Zangla nel suo A un figlio, amoroso giglio (Leone editore, 2015), una lettera aperta dalla A alla Z di una madre al proprio figlio in cui si ripercorrono eventi, personaggi e tematiche della storia italiana ed internazionale a partire dalla seconda metà del XX secolo fino ai giorni nostri ed è in questo modo che “prende corpo un’originale fusione di narrazione e riflessione filosofico-pedagogica fondata sull’importanza dell’etica e della conoscenza nella costruzione della vita adulta, sostenuta dal principio che tutto si possa e debba imparare, ma con peculiarità che rappresenta il fil rouge del saggio, il pregevole lavoro di ricerca storica”.

Patrizia Zangla, un libro tra storia e vita

Il racconto di Patrizia Zangla

Nelle pagine di Patrizia Zangla, importanti avvenimenti storici si alternano e si fondono con momenti della vita di tutti i giorni dando così luogo a una narrazione in cui chiunque possa comprendere il senso degli eventi senza esserne psicologicamente distaccato. E, sullo sfondo, già dalle prime battute traspare l’intento pedagogico del libro, con la raccomandazione di una madre che la riflessione su fatti e personaggi, non necessariamente famosi, debba essere declinata dal figlio in ottica di crescita personale. E questo perché la vita è piena d’inganni e di situazioni poco raccomandabili ed è qui che la Zangla sottolinea, con molta enfasi, una delle parole della lettera A, la parola che racchiude l’essenza del più nobile dei sentimenti umani, l’Amore: “L’amore deve dare il bene […] deve generare in te ‘ben-essere’, pertanto deve essere il luogo della tua esplorazione e il modo per stupirti e scoprirti sempre. Per questa ragione è, e deve essere, dinamico, perché è energia in movimento”. La studiosa siciliana mostra una singolare abilità di analisi in questo libro in quanto non è solo capace di leggere gli avvenimenti e le situazioni dal punto di vista della sequenza temporale ma riesce anche a rendere come lo scorrere del tempo possa essere visto da un punto d’osservazione differente com’è il caso dei capitoli dedicati ad Anno, Giorno ma, sopratutto, Minuto dove la Zangla ripercorre due tra i fatti più importanti nella storia italiana e mondiale ossia il 17 febbraio 1992 quando, con l’arresto di Mario Chiesa, si aprì la vicenda di Tangentopoli e l’11 settembre 2001 con l’attacco terroristico alle Twin Towers.

Nel sottolineare il passaggio rappresentato dal crollo delle Torri Gemelle, la Zangla sembra aprire una riflessione a largo raggio sottolineando come il drammatico giorno newyorchese possa essere considerato come l’evento-forbice che ha segnato la vita culturale del figlio così come la tragica conclusione degli ideali del ’68 con la lotta armata, il caso Moro e la recrudescenza mafiosa dei primi anni ’90, è stata la cesura della madre. Tutto ciò, sembra dire la preoccupata genitrice, è scaturito dal fatto che le persone hanno cominciato a declinare differentemente il senso delle regole e dei valori così com’ è sottolineato a proposito del Dovere: “Ognuno deve fare il proprio dovere, ma ciò non accade, non perché, come si usa dire, sono venuti meno i valori in sé, ma per la metamorfosi della scala valoriale”. E la declinazione dei valori altro non sono che lo specchio del tempo in cui si vive e qui la studiosa siciliana ben sottolinea come lo spazio non è solo quello fisico di una casa, di una strada o di una piazza ma anche quello virtuale come testimonia il capitolo dedicato a Facebook. Sembrerebbe un incedere angosciato quello della madre ma lo è solo nella misura in cui comincia a fare capolino, nel corso delle pagine del libro, il lume della speranza, di quel I have a dream che costituisce da sempre l’ambizione a muoversi verso il meglio e il giusto. Ed ecco che il sogno diventa fonte di libertà, di una sana Utopia che “da sempre l’uomo ha voluto scoprire, conoscere, sperimentare [pur se] si è illuso di trovare rimedio a ogni problema dell’umanità e talvolta questo è sconfinato in una follia o in un’utopia negativa”. Come a dire che, anche gli ideali più nobili e romantici, possono avere il loro doloroso e drammatico rovescio della medaglia.

Stile e morale del libro di Patrizia Zangla

La scrittura di Patrizia Zangla risulta agevole per un vasto pubblico, non solo per addetti ai lavori grazie alla sua capacità di rendere argomenti complessi con parole semplici, toccando vari registri dell’animo umano sia emotivi che razionali. La sua prosa scorre in maniera fluente ma non è superficiale, tanto accurata da poter consigliare A un figlio, amoroso giglio come un buon manuale di divulgazione storica degli ultimi settant’anni. La Zangla si dimostra molto attenta alle articolate dinamiche sociali e personali cercando varie modalità per raccontare i fatti: dall’utilizzo di fonti storiche, musicali e artistiche a citazioni di personaggi illustri della cultura e della politica passando per la nuda e cruda cronaca degli eventi. Il tutto narrato con competenza e passione, come se l’autrice si sentisse preoccupata di lanciare un suo personale messaggio in bottiglia.

Con questo libro, Patrizia Zangla rievoca i dolorosi anni di piombo, i sanguinosi fatti di mafia, il periodo della guerra fredda, il ’68 e le ideologie novecentesche restituendoci il ricordo di molte Italie tanto recenti temporalmente quanto distanti culturalmente. E su tutti questi fatti, eventi ed avvenimenti vissuti in prima persona, c’è la volontà di una madre di trasmettere la sua eredità spirituale nella speranza che il proprio figlio ne possa far tesoro nel suo lungo cammino verso la vita.

Foto tratta dal sito www.patriziazangla.it