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Nel sonno il cervello non prevede il futuro

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Quando si dorme, il nostro cervello non prevede più il futuro. Lo dimostra una ricerca francese pubblicata su Plos One.

Il cervello non prevede il futuro quando si dorme

Il ticchettio di un orologio, il mormorio del traffico, il vento … Le nostre notti sono popolate di rumore incapace di rompere i nostri sogni. Eppure il nostro cervello non dorme mai e non si ferma mai, anche durante il sonno, per il trattamento di stimoli che riceve. Ma come? E perché?

Secondo i ricercatori francesi che hanno studiato la reazione del cervello addormentato sottoposto a vari rumori il cervello è in grado di sintonizzarsi su onde diverse. attraverso una serie di esperimenti sono riusciti a dimostrare che il nostro cervello sempre attento durante il sonno modifica le sue onde elettriche in modo da entrare in una specie di modalità stand by.

Il cervello sempre attento anche durante il sonno

“Quando sente i suoni con una certa regolarità, il nostro cervello è in grado di prevedere cosa seguire e rilevare la novità,” sostiene il Dott Melanie Strauss. “Il nostro cervello  – continua – elabora continuamente dei segnali in grado di esaminare l’ambiente prevedendo ogni tipo di reazione connessa ad una reazione . Al verificarsi della sorpresa inaspettata produce quindi un segnale di errore di predizione “.

Il cervello un supercomputer in grado di elaborare informazioni complicatissime

È per questo che la musica dissonante, le note che non disegnano una linea melodica armonica vengono recepite come fuorvianti. Due tipi di onde cerebrali si osservano sull’imaging quando un suono inaspettato si sente.

Quando dormiamo, le capacità predittive del nostro cervello si addormentano. Ma il cervello non smette di essere attento ad altri segnali: così ci consente di non sentire quel ticchettio dell’orologio facendolo diventare un suono rilassante per conciliare il sonno. Ma se si verifica un altro rumore, cambia elaborazione e potrebbe anche avvertirci di un pericolo.
“Durante il sonno, siamo più consapevoli dei suoni, perché non vi è più il dialogo tra le aree del cervello. Ma le aree sensoriali continuano a funzionare, consentendo di identificare un potenziale pericolo “, sostiene, in conclusione,  Melanie Strauss.  Il cervello, insomma, è una macchina misteriosa ma perfetta.