Home C'era una volta Quel giorno il mondo scoprì il reggae

Quel giorno il mondo scoprì il reggae

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Il 19 aprile 1969 arriva al vertice della classifica dei dischi più venduti in Gran Bretagna il brano Israelites interpretato da Desmond Dekker & The Aces. L’improvviso successo di questo strano disco che si muove su ritmi e sonorità inusuali per quel periodo sorprende un po’ tutti.

Il poppa top

Nessuno, nemmeno lo scafato produttore Leslie Kong, poteva immaginare un exploit commerciale di queste proporzioni per un prodotto destinato quasi prevalentemente al mercato degli immigrati giamaicani. Le atmosfere musicali, la ritmica e la struttura armonica del brano, infatti, affondano le loro radici nella lontana Giamaica, isola da cui provengono l’interprete e la sua band. Il brano ha un testo con forti connotazioni sociali ed è musicalmente particolare rispetto al più popolare e divertente ska. C’è il basso in primo piano a fare da strumento guida e la fase in levare è allungata. I suoni appaiono rallentati come un piede che si muove a fatica perché invischiato dalla colla. ritmica. I musicisti giamaicani immigrati in Gran Bretagna lo chiamano “poppa-top”, ma per i rastafarians delle bidonvilles è già “reggae”, un nome santificato anche dalla canzone Do the reggae di Toots & The Maytals. Fino a quel momento non ha avuto quasi nessuno spazio al di fuori degli ambienti degli immigrati visto che il panorama musicale britannico di quel periodo è caratterizzato dalle varie evoluzioni del rock.

L’idolo dei Rude Boys

L’eccezione è rappresentata proprio dall’inaspettato successo di Israelites. Dekker, che si chiama in realtà Desmond Adolphus Dacres è nato a Kingston, in Giamaica, dove è popolarissimo più per essere stato tra i protagonisti della serie televisiva “Action” che per le sue qualità canore anche se da bambino cantava nel coro della chiesa del suo quartiere. A partire dal 1963 pubblica vari singoli di buon successo e soprattutto King of ska che ne fa un po’ un idolo dei Rude Boys, gli equivalenti giamaicani dei Teddy Boys statunitensi. Quando la sua isola comincia a stargli un po’ stretta se ne va in Gran Bretagna per cercare fortuna. Qui sbarca il lunario con gli Aces, il suo gruppo, suonando alle feste degli immigrati giamaicani e pubblicando qualche disco destinato ai suoi conterranei. Il successo di Israelites gli cambierà la vita. Poco tempo dopo essere arrivato al vertice delle classifiche britanniche il singolo fa lo stesso negli Stati Uniti e Dekker diventa il primo artista giamaicano al vertice della classifica dei dischi più venduti negli States.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".