Home C'era una volta Rick Wakeman lascia gli Yes

Rick Wakeman lascia gli Yes

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Il 1° giugno 1974 arriva al vertice della classifica dei dischi più venduti l’album Journey to the centre of the earth, il secondo da solista di Rick Wakeman, fino a quel momento tastierista degli Yes e da poco premiato dalla critica come “miglior tastierista rock del mondo”.

Registrato con la London Simphony Orchestra

Nell’album, che è stato registrato dal vivo il 18 gennaio 1974 alla Royal Festival Hall di Londra, il geniale e talentuoso musicista è accompagnato dalla London Simphony Orchestra e dall’English Chamber Choir, diretti da David Measham, con la voce narrante dell’attore David Hemmings. Journey to the centre of the earth è una vera e propria sinfonia per tastiere, sintetizzatori, orchestra, coro e voce narrante. Trincerato dietro la sua pila di tastiere, tra cui un organo Hammond, un sintetizzatore Moog, un pianoforte Rhodes e un Mellotron, Wakeman, con i suoi lunghi capelli biondi e il mantello svolazzante, è considerato una sorta di “stregone delle tastiere” e uno dei personaggi più emblematici della capacità del “progressive” degli anni Settanta di fondere senza imbarazzi tutte le correnti musicali che l’hanno preceduto.

Un addio non definitivo

Il successo di Journey to the centre of the earth, che segue di un anno la buona accoglienza riservata al suo primo lavoro The six wives of Henry VIII, lo convincono a chiudere la sua collaborazione con gli Yes e a continuare sulla strada della ricerca solistica. Proprio il 1° giugno 1974, in concomitanza con la conquista della prima posizione nella classifica delle vendite annuncia la separazione dal gruppo. In estate terrà un concerto al Cristal Palace Garden con l’accompagnamento di ben centodue persone tra musicisti e coro e alla fine del 1974 la critica lo eleggerà per la seconda volta consecutiva “miglior tastierista del mondo”. La separazione dagli Yes non sarà definitiva.

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".