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Riscoprire Dante, parla Martina Michelangeli

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Dante
La giovane studiosa Martina Michelangeli

Su di Lui, ne abbiamo lette e scritte tante. Anche grandi attori come Vittorio Gassman e Roberto Benigni sono rimasti affascinati dalla sua poetica e non hanno resistito alla tentazione di cimentarsi con i suoi versi. Ma davvero sappiamo tutto su Dante Alighieri? O forse ci sono delle interpretazioni nuove per intraprendere la lettura della Divina Commedia? Ne abbiamo parlato con una giovane studiosa del Sommo Poeta, Martina Michelangeli, che, in un suo libro di prossima uscita, ci parla della chiave interpretativa da lei utilizzata per leggere Dante.

Martina Michelangeli e la sua visione dell’opera di Dante

Appena 24 anni e un interesse smisurato per Dante Alighieri e la sua produzione artistica. Come nasce questa passione per il poeta fiorentino?
La mia passione per Dante nasce ai tempi del Liceo. Ho avuto un professore di italiano che mi ha trasmesso l’amore per il Sommo Poeta durante le sue lezioni e riusciva a trasmettermi sempre una grande emozione durante le letture dei canti portandomi ad avere una grande curiosità verso i bellissimi versi della Comedìa (come la definisce lo stesso Dante nel Paradiso). Nel corso dei miei studi universitari, con la laurea in Lettere Moderne e la specializzazione in Scienze del Testo, la passione e l’interesse verso Dante Alighieri sono aumentati a tal punto che ho iniziato a dedicare il mio tempo in diverse ricerche riguardo la critica dantesca cercando di scoprire nuove sfumature nello studio della Divina Commedia. Questi continui studi svolti per trovare nuovi modi di leggere la maggiore Opera di Dante hanno portato alla composizione di questo nuovo libro, partendo da una diverso punto di vista: cioè dalle rime della Divina Commedia.

Stai per uscire con il libro Il canto V e il canto XXXIII dell’inferno di Dante. La percezione del Bene e del Male attraverso alcune serie rimiche della Commedia per le Edizioni di Galassia Arte. Su Dante e la Divina Commedia è stato scritto di tutto e di più. Qual è la chiave interpretativa che proponi nel tuo libro?
Nel mio libro cerco di soffermare l’attenzione del lettore su un dettaglio che spesso viene dimenticato nei testi di critica conosciuti: lo studio delle rime. Partendo direttamente dalla lettura del testo dantesco nel mio libro analizzo una sezione tecnica molto importante (direi fondamentale in un testo poetico) che, molte volte, viene messa da parte per far spazio a una lettura incentrata sulla narrazione del viaggio di Dante, per esempio attraverso la spiegazione delle diverse allegorie riguardo gli oggetti e i personaggi incontrati da Dante durante il suo cammino.

Proprio dalle rime dell’Opera ho analizzato il viaggio del poeta fiorentino: lo scopo di Dante attraverso il suo itinerario nei regni dell’Inferno, del Purgatorio e del Paradiso, è quello di rivelare ai suoi contemporanei, ma anche ai posteri, come ogni uomo sia artefice del proprio cammino e possa, con una libera scelta e con l’aiuto della Grazia divina, liberarsi dalla selva oscura del peccato e redimersi raggiungendo il Sommo Bene. Il mio saggio si concentra soprattutto su due tra i più conosciuti e amati canti dell’Inferno: il V, con i celebri amanti Paolo e Francesca da Rimini, e il XXXIII, con la tragica storia del Conte Ugolino della Gherardesca. Attraverso lo studio di alcune serie rimiche della Commedia, sarà possibile vedere come Dante riesca a trasmettere, grazie all’utilizzo delle stesse parole in Cantiche diverse, una visione positiva e una negativa del suo pensiero, e capire come uno stesso termine possa aiutare il lettore a ricordare momenti o personaggi passati nel corso della lettura, ripercorrendo le sensazioni vissute dallo stesso Poeta.

Secondo te, la Divina Commedia può essere un’opera adatta alla lettura dei ragazzi d’età compresa tra i 6 e i 12 anni?
Domanda molto interessante! Secondo me si tratta di un testo difficile per questa specifica fascia d’età. La Divina Commedia viene spesso allontanata anche dagli adulti per le sue difficoltà linguistiche e interpretative. Noi che viviamo nella modernità troviamo complicato comprendere i significati che Dante vuole trasmetterci: basti pensare al fatto che nel Medioevo l’uso dell’allegoria era continuamente presente nella letteratura (data soprattutto per l’influenza del Cristianesimo nelle opere letterarie); per noi oggi la lettura allegorica è difficile da comprendere per il cambiamento culturale che c’è stato dalle origini della letteratura fino ai nostri giorni, anche per quanto riguarda la diffusione e il cambiamento della lingua italiana.

Credo l’età migliore per iniziare a leggere la Divina Commedia sia durante la scuola secondaria di primo grado, per permettere ai ragazzi di arrivare con le giuste basi allo studio specifico dell’Opera, infondendo nel piccolo lettore quella curiosità che si potrà poi approfondire nello studio della scuola secondaria superiore, riuscendo così a dare il giusto valore all’Opera che è alla base della letteratura italiana. Credo che sia importante dare alle nuove generazioni la possibilità di scoprire gradualmente la cultura del nostro paese, che si tratti di letteratura, di arte e di storia perché, citando una frase del regista Giuseppe Tornatore, “l’arte e la cultura rimandano a un concetto di bellezza che serve a fornire all’uomo strumenti migliori per la convivenza sociale e civile”.

Progetti in cantiere?
Prima di tutto spero di poter continuare i miei studi con il dottorato in Italianistica per avere un quadro completo nello studio della letteratura italiana. Vorrei anche dedicare in futuro del tempo alla scrittura di nuovi saggi su Dante Alighieri ma anche su altri autori ritenuti pilastri della letteratura del nostro paese, per dare un mio contributo critico attraverso una nuova chiave di lettura delle opere letterarie per studiosi e appassionati della letteratura in generale. Il mio desiderio è quello di trasmettere la passione per Dante e la letteratura italiana attraverso la mia scrittura e questo libro rappresenta un primo passo per realizzare questo sogno.