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Rodiola contro lo stress

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La Rodiola? E’ utile contro lo stress. Tra le piante con maggior effetto adattogeno, infatti, c’è la Rodiola. L’uso terapeutico della Rhodiola rosea era molto conosciuto anche in tempi remoti.

La reazione da stress è una reazione aspecifica dell’organismo ad
ogni richiesta operata su di esso. L’obiettivo è di adattare
l’organismo a reagire a stimoli fisici e psicofisici quando questi, per
durata e per gravità, sono percepiti come pericolosi.
La reazione da stress può essere pertanto associata ad una malattia, a particolari fasi della vita riproduttiva gravidanza, parto, allattamento, ad insufficiente riposo, a dispiaceri e ad altre cause emozionali.

Rodiola contro lo stress e la depressione

Nelle reazioni da stress avvengono modificazioni biologiche,
ormonali, neurovegetative ed anche immunitarie, che tendono a
migliorare la risposta capacità di resistenza o di difesa dell’organismo sotto l’aspetto sia comportamentale che biologico.
La risposta di adattamento è massima nei giovani di età compresa
tra i 20 ed i 30 anni, mentre si dimezza dopo i 70 anni. Essa è in genere caratterizzata da aumenti dei livelli di catecolamine,
glucosio ed acidi grassi , che possono portare in soggetti debilitati (età, malattie) ad ansia, depressione,apprensione, ma anche a modificazioni tissutali, quali gastrite,ulcera gastroduodenale,
colon irritabile, ecc. In caso di danno ad organi e tessuti è necessario ricorrere a farmaci specifici, mentre nei casi di logorio e
spossatezza è teoricamente sufficiente incrementare la resistenza
allo stress.

Il termine adattogeno fu originariamente coniato nel 1947 dal farmacologo N.V. Lazarev per descrivere l’effetto di
un vasodilatatore sviluppato in Francia che aumentava
la resistenza dell’organismo allo stress in studi sperimentali.
Adattogeno deriva dal latino adaptare e dalla parola greca genes, che significa “nato da”, o “prodotto da”. Secondo Brekhman,un adattogeno è utile “quando la resistenza dell’organismo è diminuita o… quando l’organismo è affaticato da eccessivo sforzo”.

Rodiola una pianta adattogena

Affinché una sostanza possa essere considerata adattogena deve:
1) aumentare la resistenza dell’organismo indipendentemente dalla
natura dello stimolo nocivo (effetto non-specifico);
2) prevenire o antagonizzare i disturbi causati da agenti che provocano
stress, anche se questi vanno in direzione opposta nell’ambito
della stessa condizione patologica (effetto normalizzante);
3) essere sicura (tossicità minima).

Gli adattogeni, così definiti, costituiscono una classe di regolatori
metabolici (di origine naturale) che possono aumentare la
capacità dell’organismo ad adattarsi agli stimoli dell’ambiente
circostante e ad evitare i danni che possono derivarne.  Questi farmaci vengono adoperati per soddisfare delle
necessità non strettamente collegate agli stati patologici o per il
trattamento di disturbi che sono al confine tra benessere e malattia.

Tra le piante con maggior effetto adattogeno c’è la Rodiola.
L’uso terapeutico della Rhodiola rosea era molto conosciuto anche in tempi remoti. Ne facevano già uso nell’Antica Grecia, dove la Rhodiola rosea è citata anche in un trattato medico (il “De materia medica” di Dioscoride). I Vichinghi la prendevano come rinvigorente dopo un intenso sforzo fisico. In Cina, invece, tutta la dinastia degli imperatori Cinesi curava con la Rhodiola rosea disturbi vari. In Tibet, poi, le antiche popolazioni locali la assumevano per meglio adattarsi all’altitudine e al clima rigido. In Siberia, oltre a essere usata per difendersi dalle basse temperature invernali, vigeva la credenza popolare che chi bevesse tutti i giorni il suo infuso sarebbe vissuto per più di un secolo; inoltre, la radice di Rhodiola rosea veniva regalata agli sposi per propiziare la buona salute dei nascituri.Nel XIII secolo, il principe ucraino Galitski, famoso per le sue doti di grande amatore, usava la Rhodiola rosea come ingrediente principale nella ricetta per una pozione d’amore. In passato venivano usate tutte le sue parti (radici, foglie e fiori) per migliorare il benessere psicofisico e le sue proprietà benefiche erano tramandate oralmente. Ai giorni nostri, invece, della Rhodiola rosea viene largamente solo la sua radice. Chiamata anche “radice d’oro” o “radice artica” è utilizzata soprattutto a scopo rinvigorente e le sue proprietà terapeutiche sono state provate scientificamente, per l’uso in fitoterapia ed erboristeria. In Siberia, luogo di provenienza della pianta, si narrava che un infuso a base di Rhodiola avrebbe donato a chi lo avesse bevuto una grande longevità facendolo vivere per oltre cento anni, questo grazie alle tante proprietà della Rodiola rosea. Inoltre, si diceva che un bouquet di fiori comprensivi di questa pianta veniva regalata agli sposi prima del matrimonio come buon auspicio e addirittura per favorire il concepimento. Non è un caso se in Asia e nelle aree orientali dell’Europa venga utilizzata abitualmente non solo come rimedio per combattere le infezioni virali ma anche per supportare la fertilità. Sembra inoltre che la nostra radice d’oro non fosse conosciuta solo in Siberia ma anche in Tibet e persino alle popolazioni della Cina, dove veniva adoperata proprio dagli imperatori per combattere numerosi disturbi, in quanto presenta proprietà toniche.

 

La rodiola (detta anche radice artica o radice d’oro) è la radice di Rhodiola rosea L. (Fam. Crassulaceae),una pianta alta fino a 40-50 cm, non ramificata, con foglie , fusto e fiori giallo-rossi. È ampiamente distribuita a grandi altitudini nell’Artide e nelle regioni montuose europee ed asiatiche; si può trovare anche sulle Alpi. Ben nota agli antichi. Dioscoride e Galeno la consigliavano nei casi di cattiva digestione; Mattioli la considerava utile nel mal di testa e per “corroborare” il cervello. La medicina tradizionale considera tuttora la rodiola un ottimo rimedio nei casi di stress e nei disturbi mentali (depressione,ansia, paura).

La Rhodiola può essere usata per contrastare l’affaticamento mentale, migliora infatti la capacità di apprendimento. Nella sindrome da affaticamento ha un effetto anti affaticamento nella spossatezza fisica emotiva e mentale. Nella depressione lieve ha un effetto antidepressivo. Ha un effetto stimolante che è in grado di migliorare la performance mentale e fisica. I composti farmacologicamente attivi della rodiola sono acidi organici (gallico, caffeico e clorogenico), flavonoidi,catechine, proantocianidine, tannini e glicosidi fenolici.    Il principale glicoside fenolico è il salidroside (0,1-1%), noto anche con i nomi di rodioloside e rodosina; rodioniside, rosina, rosavina, rosarina e rosiridina sono altri glicosidi presenti nella rodiola.

La rodiola è stata classificata come adattogeno dai ricercatori russi che hanno evidenziato la sua capacità di aumentare la resistenza ad una varietà di agenti chimici,biologici e fisici. Le proprietà adattogene della rodiola sono state attribuite al para-tirosolo ed al salidroside. Gli estratti alcolici o acquosi di rodiola si comportano da scavenger dei radicali liberi.

Nella rodiola sono stati identificati numerosi composti antiossidanti, tra i quali gli acidi organici (gallico, caffeico e clorogenico), i flavonoidi e le proantocianidine. La rodiola è utilizzata da quasi 40 anni nelle repubbliche dell’ex Unione Sovietica per aumentare la resistenza ed il senso
di benessere.

La maggior parte degli studi ha evidenziato effetti benefici della rodiola nel ridurre la fatica mentale, nel migliorare lo stato fisico e lo stato di benessere generale.

Studi clinici hanno, mostrato che la rodiola riduce la fatica mentale
e ha un effetto antidepressivo e stimolante migliorando lo stato fisico e il benessere generale.
Questi studi, giustificano l’uso della rodiola nello stress acuto (in questo caso poco efficaci risultano il ginseng e l’eleuterococco), nella depressione lieve e moderata e per migliorare la performance fisica e mentale. La rodiola sembra inoltre utile nel danno cardiovascolare indotto dallo stress. Diversi meccanismi d’azione
probabilmente contribuiscono agli effetti clinici. La rodiola è una
droga sicura; dosi eccessive possono provocare in alcuni
pazienti insonnia ed irritabilità.