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Sì agli F35, scelta irresponsabile

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F35

Via libera gli F35, nonostante tutto. Nonostante le proteste, nonostante la crisi, nonostante il danno arrecato da questa scelta scellerata di un Governo irresponsabile.

Il Senato ha votato a favore della mozione della maggioranza sulla vicenda dell’acquisto degli F35, gli aerei militari al centro di numerose polemiche nelle ultime settimane per l’esborso di denaro pubblico richiesto alla loro realizzazione. Dunque, palazzo Madama ha detto sì all’istanza posta congiuntamente dai capigruppo Pd e Pdl, Zanda e Schifani, in linea con la posizione del governo, che ha sponsorizzato l’arrivo dei caccia fin dall’origine.
Nel complesso, sono stati 202 i voti a favore, con 55 no e 15 astenuti: un quadro che, malgrado le numerose assenze sull’emiciclo, ricalca in maniera quasi perfetta i rapporti di forza in Parlamento, con oppositori della risoluzione i partiti di Sinistra, Ecologia e Libertà insieme al Movimento 5 Stelle.

Sì agli F35, scelta irresponsabile

Questi due, vendoliani e grillini, avevano oltretutto portato in Aula altre due mozioni avverse a quella della maggioranza di governo, per bloccare in extremis l’arrivo degli F35, ma sono state entrambe respinte al mittente, mentre, come detto, quella di Pd e Pdl è passata indenne anche alle resistenze interne, soprattutto, sul fronte dei democratici.

Non a caso, infatti, un’altra mozione a sfavore dell’acquisto dei velivoli, era stata presentata dal senatore democratico Felice Casson, che non aveva fatto mistero di disapprovare il piano di investimento sui velivoli militari. Anche la Lega Nord, di norma al’opposizione al governo delle larghe intese, ha votato sì per la mozione unitaria dell’esecutivo.

Il Senato, insomma, non non è stato a sentire le pressioni esterne e interne al Parlamento, con tanto di petizioni online cliccatissime, lanciate al fine di fermare il decollo del piano acquisti sui caccia. Le risorse messe a bilancio per la realizzazione dei nuovi aerei militari, ammontano a circa 13 miliardi, per 90 nuovi velivoli. Resta, secondo l’ultima versione del testo, l’obbligo per il governo di non procedere a ulteriori acuisti senza aver interpellato il Parlamento preventivamente.