Home C'era una volta Umberto Bindi, il capostipite della scuola genovese

Umberto Bindi, il capostipite della scuola genovese

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Il 24 maggio 2002 muore a Roma, Umberto Bindi il capostipite universalmente riconosciuto della cosiddetta “Scuola genovese” dei cantautori.

Il primo successo alla fine degli anni Cinquanta

Nato nel 1933 a Genova, compie i suoi primi studi musicali presso il Conservatorio della città ligure. Nella seconda metà degli anni Cinquanta viene scoperto e scritturato da Alfredo Rossi della Ariston e nel 1958 partecipa per la prima volta come autore, al Festival di Sanremo con I trulli di Alberobello, un brano interpretato dal Duo Fasano e da Aurelio Fierro. Il successo arriva l’anno dopo quando Don Marino Barreto jr. interpreta Arrivederci, una canzone da lui scritta insieme a Giorgio Calabrese che scala rapidamente la classifica dei dischi più venduti.

Un protagonista indiscusso

Tra le composizioni più significative della sua carriera ci sono brani come È vero, che segna il debutto di Mina al Festival di Sanremo e, soprattutto, Il mio mondo, il cui testo porta la firma di Gino Paoli e che viene direttamente interpretato dallo stesso Bindi. Proprio questa canzone arriva al primo posto della classifica britannica dei dischi più venduti nella versione di Cilla Black con il titolo di You’re my world. Lo stesso brano riscuote poi un grande successo negli Stati Uniti anche nel 1977, quando torna fra i dischi più venduti d’America nell’interpretazione di Helen Reddy. Emarginato dall’ambiente musicale italiano per la sua omosessualità, nel 1975 riceve il Premio Tenco come miglior artista italiano. Nel 1985 Antonella Ruggiero, Loredana Berté, Sonia Braga, Celeste, Anna Identici, Fiorella Mannoia e Ornella Vanoni realizzano un album con le sue canzoni. È uno dei primi casi in Italia di un disco dedicato a un autore ancora vivente. Grazie a questa ritrovata fiducia nei colleghi e nei media, nel 1988 denuncia pubblicamente in un programma televisivo le discriminazioni 24e le ingiustizie subite nel corso degli anni.

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".