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“Una quercia sottile”, ritratto collettivo di Primo De Lazzari

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Questo libro, patrocinato dall’Anpi e dall’Iveser, ci restituisce attraverso una scrittura collettiva di chi lo conobbe, tutto l’impegno e l’umanità di un giovanissimo partigiano, proseguito dopo la guerra, fino alla sua morte nel 2016.

Presentazione di un libro dedicato a Primo De Lazzari, partigiano, scrittore e militante della sinistra, giovedì 18 ottobre alle ore 17,30 – “Una quercia sottile” ritratto collettivo di un partigiano – (Editore Bordeaux 2018) alla Casa della Memoria di Roma, via San Francesco Di Sales 5.

La vita di Primo ha rappresentato un modo di stare al mondo che ha privilegiato l’impegno; prima nella lotta contro il nazifascismo, poi nelle attività nel Pci e nell’Anpi, sempre con l’attitudine al cercare ed al divulgare conoscenza, soprattutto alle giovani generazioni. Introduce e modera Gianfranco Pagliarulo, direttore Patria indipendente. Intervengono – Fabrizio De Santis, presidente Anpi Roma-Lazio, Elio Matarazzo, docente universitario e autore tv, Marco Vanni, educatore professionale e Serena D’Arbela, curatrice del volume. 

Di Serena D’Arbela, scrittrice e militante lei stessa, accanto al marito Primo De Lazzari, abbiamo già pubblicato su questo giornale un articolo sul suo libro autobiografico ambientato nella Venezia negli anni della II Guerra Mondiale, un racconto di chi era troppo giovane per poter partecipare alla Resistenza, ma che ardeva dal desiderio di farne parte.

https://www.dailygreen.it/adolescenza-resistenza-alla-casa-della-memoria/

Primo De Lazzari nasce a Mestre (Venezia) il 23 giugno 1926 e muore a Roma il 15 febbraio 2016. Col nome di battaglia di “il Bocia” è giovanissimo partigiano combattente prima nelle squadre Gap, poi nel Battaglione Felisati e infine nella Brigata “Erminio Ferretto”, Divisione d’assalto Garibaldi. Dalla Liberazione in poi la sua vita si snoda in un incalzare ininterrotto di attività politiche, civili, sociali e culturali. S’impegna nella vita politica nel Pci, come segretario provinciale e regionale della FGCI a Venezia, membro del comitato centrale e direzione nazionale FGCI e lavora con Enrico Berlinguer, poi testimone di nozze al suo matrimonio con la scrittrice Serena D’Arbela.  

Primo De Lazzari col nome di battaglia di “il Bocia” è giovanissimo partigiano

Nel 1962 si trasferisce a Roma, dove lo chiamano con il soprannome “il veneziano”, incaricato di lavorare alla Direzione del PCI alla sezione Esteri, diviene segretario nazionale dell’Associazione culturale Italia-Polonia, indi dell’Associazione Italia Cecoslovacchia. Diventa redattore capo della rivista culturale “Conoscersi” ed è uno dei giornalisti della rivista dell’ANPI “Patria indipendente”. Scrive numerosi saggi sulla guerra di Liberazione in Italia ed all’estero, a cominciare da quello, uscito nel 1977, sulla Resistenza cecoslovacca. Nel 1981, De Lazzari, pubblica con l’editore Teti una storia di Curiel intitolata “Eugenio Curiel. Al confino e nella lotta di liberazione”. Con l’editore Mursia pubblica nel 1996, una “Storia del Fronte della Gioventù nella Resistenza”.

Di De Lazzari, con prefazione di Arrigo Boldrini, esce nel 2003 “Le SS italiane”, a cui ha seguito nel 2008, introdotto da Massimo Rendina, “Ragazzi della Resistenza”. Consigliere nazionale Anpi, Vicepresidente dell’ Anpi Roma-Lazio e dirigente delle attività per la Memoria storica nelle scuole, dedica gli ultimi anni della sua esistenza ai contatti con gli studenti delle scuole romane, alle celebrazioni pubbliche e convegni su temi ed eventi della Resistenza, alle recensioni ed articoli su Patria indipendente.

Comizio di Primo con Berlinguer – Venezia 1953

Fare un elenco completo dei numerosi ed interessanti interventi presenti nel libro sarebbe lungo; sono testimonianze di storia e di storie di amicizia che vanno lette con tranquillità, perché rappresentano in qualche modo la sintesi di una vita attraverso le opere e gli affetti da lui trasmessi, se non l’insegnamento di un’etica forse oggi desueta. Vogliamo ricordare solo che vi sono presenti anche le testimonianze del figlio Sergio e della moglie, nonché curatrice de volume Serena D’Arbela, alcuni scritti inediti dello stesso Primo, articoli di amici e colleghi in un comune sentire, poi anche le voci dei ragazzi che, nei percorsi della memoria delle scuole romane, sono intervenuti con domande e considerazioni. Citiamo qui invece alcune righe dalle prefazioni.

Apre il volume lo scritto “Ritrovarsi” di Marco Borghi, direttore Iveser (Istituto veneziano per la storia della resistenza e della società contemporanea) –

  • Lo abbiamo “ritrovato” tardi, forse troppo, il Bocia Primo De Lazzari. La lontananza geografica certamente ha contribuito a questa lunga “separazione”, ma non è stata solo una questione di chilometri. (…) Tardi, ma comunque lo abbiamo ritrovato Primo, riconciliando la sua esperienza di giovanissimo partigiano e antifascista con quella di studioso, militante, democratico e infaticabile messaggero di “memoria” alle giovani generazioni. L’uscita di questo bellissimo ritratto collettivo, che ci restituisce tutto lo spessore, l’impegno e l’umanità di Primo, è stata accolta dall’Iveser con grande piacere concedendo il patrocinio alla pubblicazione: un piccolo omaggio e, soprattutto, un segno di gratitudine, affetto e riconoscenza nei confronti di una delle tante “querce sottili” che, con generosità, ci hanno consegnato libertà e democrazia, beni inestimabili da continuare a proteggere, oggi più che mai.-

Infine daIla prefazione “Il Partigiano” di Gianfranco Pagliarulo, direttore Patria indipendente

  • Questo libro è molte cose, ma in primo luogo è un atto d’amore verso Primo De Lazzari. (…) Quest’atto d’amore, voluto e promosso dalla sua compagna Serena e dal figlio Sergio, non si esaurisce nelle loro persone, ma si riversa in tante e tanti di varie generazioni che hanno contribuito con le loro testimonianze alla scrittura di questo volume. (…) Si tratta perciò di una memoria attiva, che opera nella realtà che ci circonda perché fornisce chiavi d’interpretazione del presente, codici etici, proposte di stili di vita, suggestioni di impegno civile e sociale. Si dirà: ma Primo De Lazzari era uomo del suo tempo, del Novecento; oggi tutto è cambiato. Infatti. Proprio per questo nel mondo e nell’Italia attuale, così diversi da quelli del secolo scorso, le vite trascorse ci confermano che ci sono molti modi possibili di stare al mondo e che spesso la preclusione verso tale libertà di scelta è dentro di noi, schiacciati da un’irriducibile pressione di cui spesso noi stessi siamo inconsapevoli, quella di una cultura pervadente e condizionante, schiacciata su di un presente infinito, che rimuove il passato e ignora il futuro, che fa dell’economia il nuovo Leviatano e riduce l’umanità a uno strumento docile, passivo ai suoi voleri, condannato all’irrilevanza: un “mostro mite”, secondo l’indovinata definizione del linguista e saggista Raffaele Simone. (…) la scelta di vita di Primo De Lazzari è stata quella di essere un uomo libero, non condizionato né condizionabile dal tallone di ferro delle dittature o dalle sirene dell’obbligo del superfluo.
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Carla Guidi
CARLA GUIDI – www.carlaguidi-oikoslogos.it Giornalista pubblicista, iscritta ODG Lazio, ha collaborato per più di 10 anni con il settimanale (in cartaceo) “Telesport”, adesso collabora con alcune testate e riviste periodiche online, tra queste “Abitare a Roma”, “ll Paese delle donne”, “Lazio ieri ed oggi”, “About Art online” e “Daily Green” ove è in redazione. Conseguito il diploma superiore di Accademia di Belle Arti di Roma, sezione pittura (tenuto dal maestro Gentilini), è docente di Disegno e Storia dell’Arte nelle scuole pubbliche, medie superiori. Si è occupata di Computer Art dal 1981 e sue immagini sono state pubblicate nel volume Computer image di Mauro Salvemini (Jackson Libri, 1985). Ha gestito la Galleria d’Arte “5x5” in via Garibaldi in Trastevere negli anni ’70/’80 insieme a Rinaldo Funari ed ha organizzato varie mostre, manifestazioni e convegni anche presso istituzioni come la Casa delle Donne, la Casa della Memoria e della Storia di Roma, alcune Biblioteche comunali di Roma ed un Convegno di sociologia a Bagni di Lucca. Dal 1975 si è avvicinata alla psicoanalisi e dal 1982 è stata accettata dalla Società italiana di psicodramma analitico – SIPSA in qualità di membro titolare. In seguito ad una formazione quinquennale con trainer internazionali, ha svolto attività di collaborazione presso la Società Medica italiana di Analisi Bioenergetica SMIAB ed è divenuta membro titolare dell’International Institute for Bioenergetic analisys di New York, rimanendo iscritta fino al 1995. Attualmente è stata invitata più volte a relazionare in Convegni Nazionali ANS alla Facoltà di Scienze Politiche, Sociologia e Comunicazione. Ha scritto alcuni libri sulla memoria storica quali Operazione balena - Unternehmen Walfisch sul rastrellamento nazista del 17 aprile 1944 al Quadraro, giunto alla sua terza edizione (Edilazio, Roma 2013); Un ragazzo chiamato Anzio sulle vicende dello sbarco alleato del 1944, alla sua seconda edizione (A. Sacco, Roma 2013); Estetica anestetica - Il corpo, l’estetica e l’immaginario nell’Italia del Boom economico e verso gli anni di Piombo (Robin Edizioni, Torino 2018). Sempre per Robin Edizioni nel 2019 ha pubblicato il libro socio-fotografico in collaborazione con Valter Sambucini e con la presentazione di Franco Ferrarotti, Città reali, città immaginarie - Migrazioni e metamorfosi creative nelle società nell’Antropocene tra informatizzazione ed iper/urbanizzazione, con i contributi del giornalista e sociologo Pietro Zocconali, Presidente A.N.S, dello storico dell’arte Giorgio Di Genova, dello scrittore Roberto Morassut e del Presidente dell’Ass. Etica Massimo De Simoni. Una sezione del libro approfondisce la grande diffusione della tecnica del tatuaggio, valutandone aspetti storici, sociologici ed artistici, con i contributi dello scrittore Eliseo Giuseppin ed una intervista all’artista Marco Manzo. Ha curato insieme allo storico dell’arte Giorgio Di Genova, l’esposizione online Quintetti d’arte dal 06/04/2020 al 31/08/2020, con una parte, Vetrina dell’invisibilità, dedicata agli artisti che hanno rappresentato visivamente la tragedia della pandemia. Di questo progetto nel 2021 è uscita l’edizione in cartaceo (Robin Edizioni, Torino). Appena uscito il libro - Lo sguardo della Sibilla. Dal Daimon all’Anima Mundi: la poetica di Placido Scandurra (Robin editore 2022) - http://www.robinedizioni.it/nuovo/lo-sguardo-della-sibilla. Al suo attivo anche alcune pubblicazioni di poesia su tematiche ambientali: Ha curato, insieme a Massimo De Simoni, l’antologia I poeti incontrano la Costituzione (Ediesse, 2017) -