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Premio per Ambiente a Franco Berrino

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Premio per ambiente a Franco Berrino

Al 30° Tignano Festival per l’Ambiente e l’Incontro tra i Popoli domenica il Premio per l’Ambiente verrà dato a Franco Berrino. Un riconoscimento a un grande esperto di nutrizione umana, di benessere e prevenzione dei tumori. La “Grande Via” che Madre natura ci offre per vivere meglio è un percorso costellato di sane abitudini alimentari ma anche di attività fisica e buone pratiche di meditazione.

Premio per ambiente a Franco Berrino

Medico, epidemiologo, già direttore del Dipartimento di Medicina preventiva e predittiva dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. Nella sua attività quarantennale di ricerca e prevenzione ha promosso lo sviluppo dei registri tumori in Italia e coordinato i registri tumori europei per lo studio della sopravvivenza dei malati (Progetto EUROCARE). Ha coinvolto decine di migliaia di persone in studi sulle cause delle malattie croniche (Progetti ORDET e EPIC). I risultati gli hanno consentito di promuovere sperimentazioni sullo stile di vita, allo scopo di prevenire l’incidenza e la progressione dei tumori (progetti DIANA).

Premio per ambiente, il riconoscimento ad un medico

Modera l’incontro Mimmo Tringale, direttore della rivista Terra Nuova.
“L’approccio di Franco Berrino si distingue profondamente dalle varie diete e filosofie alimentari del momento – conferma Tringale – per poggiare su solide basi scientifiche e sull’esperienza derivante dalla sua lunga carriera di medico. Oggi siamo in qualche modo invasi dalla “gastromania”, immersi  in quella che qualcuno ha chiamato “pornografia del cibo”, ma nella corsa all’estetizzazione dell’esperienza alimentare stiamo perdendo il senso profondo del mangiare e del preparare il cibo. Berrino presenta un approccio olistico alla nutrizione, dove diventa importante, anzi fondamentale, non l’estetica del cibo, ma il suo valore nutrizionale, il modo di produrlo, l’origine, come si prepara e si consuma. Non è un caso, né una stravaganza intellettuale, la decisione di suggerire alle donne a rischio tumore di imparare a cucinare e scegliere il cibo come pratica di cura e prevenzione; e allo stesso tempo di avviare all’interno dell’Istituto dei tumori di Milano un orto sinergico per far conoscere un modo sano di coltivare frutta e ortaggi.

L’autoproduzione è sicuramente un modo per prendere coscienza della criticità ambientale e sociale della filiera del cibo, la cui produzione oggi segue le stesse logiche di qualsiasi prodotto industriale, dimenticando che è da esso che dipende la nostra salute. La consapevolezza dei consumatori è sicuramente aumentata negli ultimi anni, ma è ancora tanta la strada da fare. Bisogna essere consapevoli che il cibo può essere la nostra migliore medicina, ma anche fonte di malattia e malessere, e questo riguarda sia la quantità che la qualità. E’ necessario consumare meno cibo, ma di migliore qualità e soprattutto a chilometri zero”.