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La svolta politica dei Kraftwerk

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Il 6 febbraio 1982 il gruppo techno-pop tedesco dei Kraftwerk arriva al primo posto della classifica dei dischi più venduti in Gran Bretagna con il singolo contenente i brani The model e Computer love estratti dal concept-album Computerworld.

Un disco che anticipa i temi della globalizzazione

La struttura della band affonda le sue radici creative e musicali nel duo formato dai tedeschi Ralf Hütter e Florian Shneider Esleben, due strumentisti con una solida formazione classica, cui si sono aggiunti i percussionisti Wolfgang Flur e Karl Bartos. Dopo un periodo di silenzio di tre anni, dedicato alla ristrutturazione della loro fucina creativa, il Kling Klang Studio, i Kraftwerk riappaiono così sulla scena musicale con l’album più politico della loro storia musicale. Anticipando i tempi della futura globalizzazione denunciano esplicitamente l’utilizzo del computer a scopi di controllo da parte di organizzazioni come l’Interpol, la Deutsche Bank, l’FBI e Scotland Yard. È evidente nell’impostazione complessiva dei brani l’influsso della lezione di Orwell e del suo “grande fratello”.

Una svolta che stupisce soltanto i distratti

Ciò che più stupisce gli ascoltatori distratti è, però, l’improvvisa politicizzazione di un genere, come il techno pop, nato all’insegna di una sperimentalità astratta, talvolta danzereccia, quasi sempre indifferente ai ragionamenti politico-sociali. La scelta non stupisce, invece, chi conosce da tempo il lavoro di Ralf Hütter e Florian Shneider Esleben, iniziato nei primi anni Settanta quando molti gruppi arricchiscono le loro potenzialità sonore con l’uso dei sintetizzatori. In quel periodo i due strumentisti, affascinati dalle sperimentazioni dei Pink Floyd e dei Tangerine Dream formano, con i percussionisti Basil Hammoudi, Butch Haufe e Fred Monicks, gli Organisation, una band dalla vita breve che cerca di trasferire su vinile le atmosfere cupe e grigie della città di Düsseldorf, dove vivono. La sperimentazione si sposa già allora con la critica sociale e con un’ironia glaciale e caustica. In questa prospettiva Computerworld diventa il frutto di un’elaborazione progressiva che non ha mai sposato l’idea di una sperimentalità fine a se stessa. A riprova di ciò, nel 1983 i Kraftwerk saranno protagonisti di un’altra operazione demistificatoria, questa volta nei confronti del music business. Annunceranno la pubblicazione di un album intitolato Tecno pop, anticipandone i contenuti e le linee fondamentali e provocando un dibattito sul niente destinato a chiudersi soltanto quando si scoprirà che… l’anticipazione era falsa.

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".