Home C'era una volta Jasper Taylor, il ritmo prima di tutto

Jasper Taylor, il ritmo prima di tutto

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Il 7 novembre 1964 muore a Chicago Jasper Taylor, batterista, suonatore di washboard, di xilofono, di tavole di legno e tutto quanto può servire a dettare il ritmo.

I primi dischi con Handy

Nato il 1° gennaio 1894 a Texarkana, in Arkansas, dopo aver fatto il suo debutto ancora giovanissimo con gruppi locali, viene chiamato a far parte nel 1912 dei Dandy Dixie Minstrels con i quali effettua un lungo tour nel Messico. L’anno successivo suona con varie orchestre nei teatri di St. Louis e di Memphis e proprio durante la sua permanenza a Memphis ha occasione di suonare con l’orchestra di W.C. Handy (con la quale registra anche i suoi primi dischi nel 1917) e con quella di Jelly Roll Morton. In questo periodo Taylor oltre che la batteria e la washboard suona anche lo xilofono. Nel 1917 si trasferisce a Chicago, dove viene ingaggiato da Clarence Jones e da Charles Elgar.

Instancabile vagabondo

Al termine del servizio militare suona con Will Marion Cook e poi di nuovo con Handy. Nel 1923 fa parte delle orchestre di Dave Peyton e di Jelly Roll Morton e negli anni immediatamente successivi suona e incide sotto la leadership di Clarence Williams, Fess Williams, Tiny Parham, Freddy Keppard, Jimmy Blythe, nonché alla testa di propri gruppi, affermandosi come uno dei più valenti suonatori di washboard del Southside di Chicago. Nel 1933 è nell’orchestra di Reuben Reeves e nella restante parte degli anni Trenta suona prevalentemente a Chicago in orchestre di teatro. Nel 1944 riappare a fianco del pianista Freddy Shayne. L’anno successivo è al 900 Club con il complesso di Punch Miller; nel 1952 si esibisce al Midnight Sun con l’orchestra di Natty Dominique. Alla fine degli anni Cinquanta suona regolarmente con l’orchestra di Lil Hardin. Nel 1962 è di nuovo alla ribalta, sempre a Chicago, alla testa di una sua Creole Jazz Band.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".