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Australia, al via piano salvataggio dei grandi fiumi

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Dopo oltre un secolo di aspro disaccordo fra quattro dei sei stati della federazione, l’Australia ha avviato l’atteso piano di salvataggio del maggior sistema fluviale d’Australia. Si tratta del bacino dei fiumi Murray e Darling che bagna i quattro stati del sud est del continente: Queensland, Nuovo Galles del sud, Victoria e infine Australia meridionale, dove il fiume è più in sofferenza.

L’Australia salva i suoi grandi fiumi

Il bacino alimenta il 41% dell’agricoltura nazionale e il 93% della produzione alimentare domestica.

La decisiva riforma è stata annunciata dal ministro dell’Ambiente Tony Burke, che l’ha descritta come un ”cambiamento radicale” dal modo in cui il sofferente sistema fluviale è stato gestito dalla nascita della federazione 110 anni fa. L’obiettivo e’ di equilibrare i fabbisogni di acqua dell’ambiente naturale, dei 2,1 milioni di residenti lungo le sponde, e degli agricoltori, ha detto Burke.

Il piano multimiliardario comporta il potenziamento entro il 2024 del flusso idrico per ridurre la salinità, migliorare gli habitat degli uccelli e salvare le foreste lungo le sponde, aggiungendo 2.750 gigalitri l’anno da sottrarre all’irrigazione, più altri 450 da miglioramenti alle infrastrutture e all’efficienza.

Un ecosistema a serio rischio

Il ministro ha riconosciuto che nessun piano puo’ accontentare tutti, ma ”l’ecosistema in difficolta’ non poteva aspettare ancora”. L’equivalente di oltre 8 miliardi di euro sara’ accantonato per riacquistare le licenze di irrigazione dagli agricoltori e altri 80 milioni di euro per aiutare le comunita’ rivierasche ad adattarsi a un futuro idrico piu’ sostenibile.

La Federazione agricoltori, pur rilevando che il piano è ”lontano dall’essere perfetto”, è soddisfatta che il governo abbia accolto molti dei suoi suggerimenti per migliorare la strategia, mentre il Consiglio degli irrigatori insiste che siano imposti limiti fermi alla quantità di acqua riacquistata dal governo. Nettamente critico invece il partito dei Verdi, secondo cui il piano non restituisce abbastanza acqua all’ambiente per poter salvare il sistema fluviale e aiutarlo a sopravvivere a future siccità causate dal cambiamento climatico.