Home C'era una volta Bandiera rossa trionferà…

Bandiera rossa trionferà…

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Il 21 settembre 1920 le vetture tranviarie di Torino vengono tappezzate di volantini sui quali è scritto “Bandiera rossa trionferà/se il soldato la seguirà!”. È uno dei tanti fenomeni che costellano i primi anni di vita di un brano destinato a entrare nella tradizione culturale del nostro paese.

La più famosa e cantata

Bandiera rossa è forse la più famosa e cantata canzone del movimento operaio italiano. Le sue origini si perdono nella nebbia e anche l’anno di nascita che comunemente viene preso per buono, cioè il 1908, è probabilmente da ritenersi una data indicativa. Il testo originale, quello della tradizione socialista, è stato scritto da Carlo Tuzzi, anche se la versione originale ha subito numerosi rimaneggiamenti. Quella che in genere si conosce oggi è la più diffusa versione comunista dell’inno, anche se neppure questa è scevra da varianti. La strofa «Dai campi al mare, alla miniera/dei proletari, l’immensa schiera/avanti é l’ora della riscossa/bandiera rossa trionferà» ha anche una versione che dice «Dai campi al mare, alla miniera/all’officina, chi soffre e spera/sia pronto, é l’ora della riscossa/bandiera rossa trionferà». La strofa successiva «O proletari, alla riscossa» diventa in altre versioni «O comunisti alla riscossa». Non è, però, il caso di scervellarsi perché nelle canzoni popolari, le variazioni sono un segno di vita e vivacità di un brano.

Poco utilizzata nel rock

Difficile è ricostruire l’origine della musica. Secondo Roberto Leydi essa deriverebbe dalla fusione di due arie popolari della tradizione lombarda: la strofa da Ciapa on saa, pica la porta (prendi un sasso, picchia la porta) e il ritornello dall’aria Ven chi Nineta sotto l’ombrelin (Vieni qui Ninetta sotto l’ombrellino). Ne esistono anche varie versioni in lingue diverse. Cesare Bermani scrive che di essa sono note anche una versione tedesca e una ucraina. A differenza di quanto accaduto con L’internazionale, Bandiera rossa è stata poco utilizzata nel rock, nonostante alcune pregevoli eccezioni. La più famosa “utilizzazione impropria” è quella degli Osanna che, in ossequio alla lezione di Jimi Hendrix, ne scandiscono le prime battute con il suono lancinante di una chitarra distorta come introduzione a Non sei vissuto mai un brano del loro primo album. Un’esperienza simile ripercorrono gli Area invertendone la collocazione. Soprattutto nelle esecuzioni dal vivo, infatti, la chitarra lancia le note di Bandiera rossa sulla chiusura della loro versione de L’Internazionale.

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".