Home C'era una volta Bill Williams, un bluesman scoperto tardi

Bill Williams, un bluesman scoperto tardi

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Il 6 ottobre 1973 muore a Greenup, nel Kentucky, Bill Williams, un bluesman dalla lunga carriera e dal tardivo successo.

Scoperto da Parsons

Nato a Richmond, in Virginia, il 28 febbraio 1897 Bill Williams è un tipico esempio di quella categoria di bluesmen scoperti molto tardi dall’industria discografica e quindi condannati ad una posizione di secondo o terzo piano che certo non meritavano dal punto di vista artistico. Scoperto da Charlie Parsons della casa discografica Blue Goose soltanto nel 1970 riesce a goderee di qualche anno di popolarità prima di morire.

Intrattenitore di feste campestri

Williams riallacciava il proprio discorso musicale ai valori essenzialmente melodici, di cui Blind Blake era stato il maggior divulgatore e nel quali confluivano gradevoli elementi di ragtime, di hillbilly bianco e di blues. Tipico intrattenitore di feste campestri, aveva nel suo repertorio blues e ballate, ragtime e motivi folkloristici di sicura ascendenza britannica. Il suo stile era caratterizzato dalla grande velocità dell’arpeggio e dalla voce simpaticamente nasale.

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".