Home C'era una volta Blind Boy Fuller, il bluesman che suonava volentieri in duo

Blind Boy Fuller, il bluesman che suonava volentieri in duo

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Il 13 febbraio 1941 muore durante un intervento chirurgico a Durham, nel North Carolina, Blind Boy Fuller, uno dei bluesmen più noti e di maggior successo nell’America degli anni Trenta.

Versi ironici su una musica triste

Nato a Wadesboro, sempre nel North Carolina, nel 1908 o nel 1909 Allen Fulton, questo è il suo vero nome deve la sua fama alla sua capacità di legare versi densi di sarcasmo e di ironia, nel corso dei quali molto largo risultava l’impiego del double talk, il doppio linguaggio che consentiva ai neri di ironizzare sulla loro vita, al particolare sound, molto triste e doloroso della sua musica.

Più sicuro in coppia

Fuller non ci vede a causa di un’ulcera agli occhi e per muoversi sceglie di non lavorare mai da solo ma in coppia con musicisti che gli danno più sicurezza e lo seguono sempre. Inizialmente si fa accompagnare da George Washington, detto Bull City Red e in seguito forma un interessante e proficuo sodalizio con Gary Davis con cui effettua anche le prime registrazioni discografiche. Nel 1934 stringe amicizia con Sonny Terry che va a vivere con lui a Durham. Alla fine degli anni Trenta viene colpito da una grave malattia ai reni, che indirettamente si ritiene sia la causa della sua morte.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".