Home C'era una volta Boyce Brown, dal jazz al saio

Boyce Brown, dal jazz al saio

SHARE

Il 16 aprile 1910 a Chicago, in Illinois, nasce il sassofonista Boyce Brown, un personaggio singolare della storia del jazz.

Un precoce strumentista

Ha soltanto tredici anni quando inizia lo studio del suo strumento e a sedici già si esibisce professionalmente a Chicago con il gruppo del batterista Don Carter. Agli inizi degli anni Trenta suona con Benny Meroff e nel 1933 con Wingy Manone. Dal 1934 al 1935 è con Paul Mares e nel 1936 suona con i Johnny’s Original Playboys. Successivamente si mette in proprio e dà vita a un suo gruppo che suona al Liberty Inn di Chicago. Nel 1939 partecipa ad alcune sedute di registrazione con Jimmy McPartland e con Wild Bill Davison.

La vocazione

Tra il 1947 e il 1948 fa parte di un trio diretto dal pianista Chet Roble e, nel 1949, suona con il batterista Danny Alvin. Torna quindi a esibirsi per un breve periodo al Liberty Inn, ma nel 1953, decide di seguire un’altra vocazione, quella religiosa ed entra nell’Ordine Missionario dei Servi di Mariai con il nome di Brother Matthew (Fratel Matteo) e prende i voti definitivi tre anni dopo. Nel 1956 torna eccezionalmente alla ribalta in una serie di apparizioni televisive con Eddie Condon e incisde, quello stesso anno, il suo ultimo long playing, attorniato da alcuni condoniani come Pee Wee Russell, Wild Bill Davison, Cutty Cutshall ed Ernie Caceres. Muore a Chicago il 30 gennaio 1959.

 

Previous articleBernard Addison, chitarrista con la tecnica del banjo
Next articleJoe Romano, un sax per molte orchestre
Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".