I telespettatori italiani assistono allibiti, la sera di domenica 23 marzo 1980, alle scene impietose delle auto delle forze dell’ordine che, in vari stadi italiani, portano via al termine della rispettiva partita di campionato, alcuni tra i più popolari calciatori italiani.
Rossi e Giordano
Le manette scattano per i giocatori Stefano Pellegrini dell’Avellino, Sergio Girardi del Genoa, Massimo Cacciatori, Bruno Giordano, Lionello Manfredonia e Giuseppe Wilson della Lazio, Claudio Merlo del Lecce, Enrico Albertosi e Giorgio Morini del Milan, Guido Magherini del Palermo, Gianfranco Casarsa, Mauro Della Martira e Luciano Zecchini del Perugia. Altri ricevono ordini di comparizione, tra cui Paolo Rossi del Perugia, Giuseppe Dossena e Giuseppe Savoldi del Bologna, e Oscar Damiani del Napoli. I magistrati ritengono che ci sia un torbido intreccio tra calciatori e il mondo delle scommesse clandestine per truccare alcune partite del campionato italiano. Per il calcio, da poco uscito da una crisi d’interesse e di spettatori, è un brutto colpo.
Una vicenda contraddittoria
La spettacolarità degli arresti e la notorietà dei personaggi attirano l’attenzione dei media nei confronti di una vicenda che, dal punto di vista giudiziario, è destinata a sgonfiarsi qualche tempo dopo. Il 23 dicembre 1980 tutti gli indagati verranno prosciolti poiché “il fatto non sussiste”. A tutti i calciatori coinvolti, nonostante le loro proteste d’innocenza, verranno però comminate dalla giustizia sportiva lunghe squalifiche e severe sanzioni disciplinari.