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Cambiamento climatico, attesa per il vertice

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vertice Onu su cambiamento climatico

Sarà il cambiamento climatico al centro della prossima conferenza Onu sul clima. Una conferenza attesa e contrastata. Il 30 novembre le grandi potenze del Pianeta si siederanno intorno ad un tavolo, a Parigi, per decidere quelle inevitabili azioni politiche contro il surriscaldamento globale.

Boldrini in campo: “Fare presto contro il cambiamento climatico”

Sul tema è intervenuta anche la presidente della Camera Laura Boldrini: “Occorre fare presto “, ha ammonito. “Spero che la politica – continua la presidente della Camera –  a Parigi sappia trovare il coraggio necessario di decidere e che lo faccia per il bene di tutta l’umanità”.

”Sono felice che in questa occasione, per la Cop 21 – ha aggiunto Boldrini – l’Ue arrivi con una posizione comune: ha saputo trovare un terreno comune di intesa. E’ un modello che dovremo seguire su molti altri ambiti. Questo, dimostra che la politica serve; e, citando il Papa, ‘la politica serve perché il mercato da solo non garantisce l’inclusione sociale’. Per la tutela dell’ambiente – ha dichiarato – serve una politica gentile e autorevole, onesta e partecipata. Portatrice di una visione ideale sul futuro del nostro Pianeta”.

Contro il cambiamento climatico le Grandi Potenze alla prova

Gli obiettivi sono chiari: riuscire, almeno, a ridurre o contenere l’aumento della temperatura entro due gradi centrigradi per evitare catastrofici danni all’ambiente e per lo meno tentare di arginare tutti gli altri effetti devastanti sul nostro Pianeta. Il fatto è che sarà molto difficile trovare un accordo. I contrasti tra i vari Paesi sono evidenti. Persino John Kerry, il segretario di Stato Usa, conferma che l’inversione di rotta sarà difficile da ottenere. “Non ci sarà alcun accordo vincolante sulla riduzione delle emissioni come a Kyoto”, ha spiegato in un’intervista al Financial Times, ma, solo “significativi investimenti” per un’economia più pulita. Ma a Parigi, dopo l’ultima conferenza di Bonn, l’auspicio è che, almeno, si tenti di far qualcosa.

A Parigi Barack Obama e Xi Jinping

Nella capitale francese arriveranno 80 leader politici. Tra questi è stata confermata la presenza del presidente Usa Barack Obama e di quello cinese Xi Jinping fino al primo ministro indiano Narendra Modi. Gli occhi sono puntati sulla Cina che, in tema di cambiamento climatico, sta facendo poco o praticamente nulla. E’ di solo qualche giorno fa la terribile notizia di un Paese al collasso per le emissioni di CO2 nell’atmosfera. Sono moltissimi ancora i problemi non risolti e riconvertire il Pianeta verso le energie pulite non è compito da poco.

Contro il cambiamento climatico ancora troppi i nodi irrisolti

A confermarlo il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius proprio nei giorni scorsi quando lui stesso ha ammesso che sono “molti i nodi a restare aperti”. Sta di fatto che questi nodi, prima o poi, dovranno essere sciolti. Il piano per salvare il Pianeta prevede: fissare a 1,5-2 gradi l’aumento massimo delle temperature entro la fine del secolo (è inserita una clausola che consente di poter rivedere gli impegni entro 5 anni); arrivare ad un accordo che sia per tutti “giuridicamente vincolante”; ma, soprattutto, far sì che le Grandi Potenze si impegnino nei confronti dei Paesi più poveri. Per far questo occorre che i Paesi più ricchi investano 100 miliardi di dollari per la riduzione della CO2 nei Paesi più poveri.

Gli scienziati avvertono: “Il nostro Pianeta è a rischio estremo”

L’attesa è per un Summit di cui non si conosce ancora l’esito. Ma è un Summit su cui convergeranno le attenzioni di tutti. In campo per una riconversione ambientale del Pianeta è sceso persino papa Francesco con la sua pesante enciclica “Laudato Si”; ma, a guardare al Summit, ci sono anche imprese ed associazioni ambientaliste oltre agli scienziati che, da anni, ormai, chiedono uno sviluppo sostenibile, equo, per arginare le drammatiche conseguenze del surriscaldamento della nostra Terra. Per arginare gli effetti devastanti su agricoltura, biodiversità, in conclusione, sulla vita determinati dal cambiamento climatico.