Home C'era una volta Candido, il percussionista che ha affascinato Dizzy

Candido, il percussionista che ha affascinato Dizzy

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Il 22 aprile 1921 a Regal, L’Avana, in Cuba, nasce Candido Camero, destinato a diventare uno dei più apprezzati percussionisti jazz con il nome d’arte di Candido.

Lascia le corde per le percussioni

La musica lo affascina fin da quando è bambino e i suoi primi strumenti sono il contrabbasso e la chitarra. Conquistato dalle possibilità della ritmica lascia gli strumenti a corda per dedicarsi a bongos e congas. Nel mese d’ottobre 1952 lascia per la prima volta Cuba e se ne va negli Stati Uniti dove lavora per sei settimane a Miami, al Clover Club, in uno spettacolo intitolato “Night in Havana”. L’esibizione gli procura altre scritture. Va a New York. Qui lo nota Dizzy Gillespie, che lo aiuta a entrare al Downbeat Club, dove si esibisce per un anno intero con il gruppo di Billy Taylor. Nel 1954 lavora e incide con Stan Kenton, mentre dal 1956 al 1957 è attivo come free-lance, incidendo e lavorando con Kenny Burrell, Tito Puente, Gene Ammons, Machito, Bennie Green e Art Blakey.

Il ritorno con Gillespie

Nel 1958 torna a lavorare con Gillespie. Nel 1960 partecipa al Jazz At The Philharmonic con Dizzy Gillespie e Stan Getz. Nel 1962 è a fianco di Tony Bennet, con cui partecipa a un concerto alla Carnegie Hall. In quel periodo prosegue una intensa attività discografica, incidendo a fianco di Stan Getz, Wes Montgomery, Lalo Schifrin, Joe Williams e Sonny Rollins. Durante tutti gli anni Sessanta e Settanta prosegue la propria attività concertistica, lavorando a fianco di artisti come Rollins ed Elvin Jones e nell’orchestra di Lionel Hampton. Negli anni seguenti conferma la sua ecletticità contribuendo allo sviluppo delle musiche da ballo latinoamericane prima negli Stati Uniti e poi nel mondo

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".