Home C'era una volta Clifford Jordan, fra la tradizione del bop e nuove aperture

Clifford Jordan, fra la tradizione del bop e nuove aperture

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Il 2 settembre 1931 nasce a Chicago, nell’Illinois, il sassofonista Clifford Jordan o, come risulta all’anagrafe, Clifford Laconia Jordan

Da Chicago a New York

Il piccolo Clifford studia il pianoforte fin da bambino e del 1945 passa al sassofono tenore dal 1945 avendo come maestro Walter H. Dyett e come compagni Johnny Griffin e John Gilmore. Negli anni Cinquanta suona saltuariamente con Max Roach, Sonny Stitt e gruppi rhythm & blues prima di entrare, nel 1957, nel quintetto di Horace Silver. Dopo dieci mesi si sposta a suonare in California e nel marzo 1959 si stabilisce definitivamente a New York. Nella Grande Mela suona con J.J. Johnson e, nel 1961, forma un quintetto con Kenny Dorham. Nel 1962 dà vita a un proprio quartetto e l’anno seguente entrato nel gruppo di Roach. Nel 1964 fa parte del classico sestetto di Charlie Mingus prima di tornare con Roach.

Una sonorità nasale

Nel 1964 incide l’album These Are My Roots, dedicato a composizioni di Leadbelly. Dal 1968 affianca a quella musicale l’attività di produttore di dischi, dapprima fondando la Frontier Records, in seguito collaborando con la Strata-East. Nel 1972 interpreta la parte di Lester Young nel dramma Lady Day: A Musical Tragedy, di Archie Shepp e Cal Massey. Registra anche al fianco di Lee Morgan, Pony Poindexter, Charles McPherson, Richard Davis, Eric Dolphy. Jordan, la cui sonorità nasale e spesso in falsetto è immediatamente riconoscibile, ha costituito, particolarmente alla metà degli anni Sessanta, un esempio di musicista fortemente legato alla tradizione del bop, ma aperto alle nuove strutture. Muore il 27 marzo 1993.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".